È un addio doloroso quello che il mondo della musica dà oggi ad una leggenda. Se n'è andato all'età di 91 anni il musicista e produttore Quincy Jones. A darne notizia il suo manager Arnold Robinson: "Jones è morto nella notte di domenica nella sua casa di bel Air circondato dalla famiglia".
Se ne va una leggenda
"È una perdita incredibile - scrivono i familiari- ma vogliamo celebrare la vita che ha fatto, sapendo che non ci sarà mai un altro come lui". Jones è stato senza dubbio uno dei più grandi musicisti e produttori dell'ultimo secolo, ma se la maggior parte delle persone lo conoscono per le sue grandi collaborazioni, una su tutte quella con Michael Jackson avendo prodotto i suoi tre album più famosi: Off the Wall, Thriller e Bad, oltre che: l'iconica We are the World, la canzone evento che riunì i più grandi musicisti americani nel progetto per l'Africa USA for Africa, il suo nome è legato a doppio filo alla musica jazz. È stato infatti un grande arrangiatore di dischi di questo genere, prima di dedicarsi con grande talento, alla scrittura di colonne sonore e alla musica pop.
La sua vita
Era nato a Chicago il 14 marzo 1933. Un'infanzia difficile dovuta alle difficoltà economiche della famiglia e la malattia mentale della madre Sara, che lo fece vivere per strada insieme a piccole bande criminali locali compiendo furti e piccoli crimini. "Mi hanno inchiodato la mano a una recinzione con un coltello a serramanico..." raccontò in un'intervista del 2018 all'Associated Press, mostrando anche la cicatrice.
Forse anche per questo la musica è stata fin da bambino la sua salvezza. Si era avvicinato da autodidatta, prima allo studio del pianoforte e in seguito a quello della tromba, strumento che le aveva regalato il padre. Dopo il ricovero della madre, con il padre si trasferì a Bremerton, nei dintorni di Seattle, cominciando ad appassionarsi al jazz e diventando amico "di un pianista cieco", di nome Ray Charles. Insieme i due crearono un duo e cominciarono a esibirsi in vari locali.
Talmente dotato da vincere una borsa di studio per il Berklee College of Music di Boston, lo abbandonò quando le venne proposto di andare in tour con Hampton e la sua band. Proseguì poi il cammino come compositore, direttore d'orchestra, arrangiatore e produttore freelance. Da adolescente, incontrò Billie Holiday e a soli 20 anni era in tour con la sua band.
Il "Music Business"
Fu all'epoca che da semplice appassionato della musica con il dono di saper creare brani iconici, comincia a conoscere il mondo dello star system: "Se sopravviverò in questo mondo -raccontò - devo imparare la differenza tra le due cose". Lo fece diventando un'importante dirigente che superò le bariere raziali dell'epoca, fino a raggiungere la vicepresidenza della Mercury Records all'inizio degli anni '60.
Nel 1971 divenne il primo direttore musicale nero alla cerimonia degli Academy Awards. Il suo talento lo portò anche a scrivere molte colonne sonore, il suo primo film da produttore Il colore viola, ha ricevuto 11 nomination agli Oscar nel 1986 ma, con suo grande disappunto, nessuna vittoria. Insieme alla Time Warner, creò la Quincy Jones Entertainment; quando l'azienda venne venduta nel 1999 valeva 270 milioni di dollari.
L'istinto per il talento
La sua più grande capacità era quella di intuire il talento delle persone che si trovava davanti, dono questo che fece di lui anche un grandissimo produttore: "La mia filosofia di uomo d'affari è sempre nata dalle stesse radici del mio credo personale: prendere le persone di talento alle loro condizioni e trattarle in modo equo e con rispetto, non importa chi siano o da dove provengano", scrisse nella sua biografia.
Amava la musica in generale, senza fare troppe distinzione, era a suo agio con ogni genere, che si trattasse di Fly Me to the Moon di Sinatra o In the Heat of the Night di Ray Charles. Ha lavorato con tutti i più grandi del jazz, da Dizzy Gillespie, Count Basie e Duke Ellington, o con rapper tra cui Snoop Dogg e LL Cool J, "crooner" come Frank Sinatra e Tony Bennett, ma anche cantanti pop tra cui Lesley Gore, star del rhythm and blues come Chaka Khan, e la cantante Queen Latifah.
Ha co-scritto i più grandi successi di Michael Jackson, di "P.Y.T (Pretty Young Thing") e Donna Summer - "Love Is in Control (Finger on the Trigger) - e ha fatto campionare canzoni da Tupac Shakur, Kanye West e molti altri rapper. Ha anche composto la sigla della sitcom "Sanford and Son".
I grandi riconoscimenti
Lunghissimo l'elenco dei premi ricevuti, che nella sua biografia hanno riempito ben 18 pagine. Tra questi 28 Grammy Award, 2 Academy Award ad honorem e un Emmy. Ha anche ricevuto la Legion d'Onore francese, il Premio Rodolfo Valentino della Repubblica Italiana e un tributo al Kennedy Center per il suo contributo alla cultura americana.
È stato
protagonista di un documentario del 1990, "Listen Up: The Lives of Quincy Jones" e di un film del 2018 della figlia Rashida Jones. La sua biografia lo ha reso un autore best-seller.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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