Il commovente ritorno di Allevi: "Ecco i doni che la malattia mi ha portato"

Giovanni Allevi è tornato al festival di Sanremo nove anni dopo la sua prima ospitata e per la prima volta dopo due anni di assenza a causa della malattia, che lo ho colpito, ha suonato il pianoforte

Il commovente ritorno di Allevi: "Ecco i doni che la malattia mi ha portato"
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È una storia toccante, dove la musica ha fatto da cornice, quella che Giovanni Allevi ha portato sul palco del teatro Ariston. Il musicista e compositore piacentino è tornato al festival di Sanremo nove anni dopo la sua prima ospitata, quando a condurre c'era Carlo Conti, ma questa volta la musica e il piano non sono state le protagoniste dell'ospitata bensì la forza di un uomo, che ha dovuto affrontare una malattia durissima, il mieloma multiplo.

A luglio 2022 Giovanni Allevi aveva annunciato su Instagram la sua malattia, un tumore subdolo che aveva colpito le cellule del suo midollo osseo, causando fratture in diverse parti del corpo. Da allora ha lottato entrando e uscendo dagli ospedali e rimanendo lontano dal palco e dalla sua musica. Almeno fino a oggi. A Sanremo il compositore e musicista è tornato per raccontare la sua storia di rinascita, ma anche per rimettere le mani sul piano a due anni di distanza dall'ultima volta. Visibilmente commosso, Allevi ha raccolto la standing ovation che il pubblico in sala gli ha riservato e poi ha fatto il suo toccante monologo.

Il monologo di Giovanni Allevi

"All'improvviso mi è crollato tutto, non suono più il piano da quasi due anni davanti a un pubblico", ha esordito Allevi, parlando del suo ultimo concerto, quando ancora la malattia non era stata scoperta, ma già gli provocava dolore: "Nel mio ultimo concerto a Vienna il dolore alla schiena era così forte che sull'applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello e non sapevo ancora di essere malato. Poi la diagnosi pesantissima. Ho guardato il soffitto per un anno consecutivo. Ho perso molto: il mio lavoro, le mie certezze, i capelli, la speranza e la voglia di immaginare".

Nel raccontare i suoi ultimi due anni di lotta al tumore, Giovanni Allevi ha voluto portare un messaggio di speranza, parlando dei tanti doni "ricevuti" in questo lunghissimo periodo: "Una poltrona vuota a un concerto mi faceva mancare eppure agli inizi facevo concerti con sole quindici persone e ero felicissimo. Oggi non so cosa darei per suonare davanti a quindici persone". Poi ha elencato gli altri doni scoperti: "La gratitudine nei confronti della bellezza del creato. Non si contano le albe e i tramonti che ho ammirato dalla stanza di quell'ospedale; la riconoscenza per il talento dei medici e degli infermieri e di tutto il personale ospedaliero; la riconoscenza per la ricerca scientifica senza la quale non sarei qui e la riconoscenza per la mia famiglia e per la forza, l'affetto e l'esempio che ricevo dagli altri pazienti".

Il gesto e l'esibizione all'Ariston

Poi, ricordando l'esempio di forza dei bambini guerrieri, si è commosso profondamente, invitando il pubblico a riservare un lungo applauso ai bambini, che combattono battaglie difficilissime. Prima di sedersi davanti al suo pianoforte Allevi ha voluto compiere un ultimo gesto di rinascita, togliendosi il cappello e mostrando i capelli diventati ormai bianchi, ma ricresciuti nonostante le terapie oncologiche.

L'ultimo dono, prima di suonare nonostante due vertebre fratturate, il tremore e il formicolio alle mani ma con la passione che brucia per la musica: "Non potendo più contare sul mio corpo suono con tutta l'anima". Poi si è esibito sulle note di "Tomorrow", scritta nel 2023 per guardare al futuro con speranza.

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