40 anni di "Born In The U.S.A.", il disco cult di Bruce Springsteen

Quaranta anni fa usciva l'album di Bruce Springsteen, "Born in The U.S.A.", un disco che rivoluzionò la vita del cantante ma anche quella dei suoi fan e del mondo intero

40 anni di "Born In The U.S.A.", il disco cult di Bruce Springsteen
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"Born in the U.S.A.", il disco cult di Bruce Springsteen entrato nella storia della musica, compie 40 anni, ma non è mai stato attuale come ora. Un successo davvero clamoroso che per Springsteen fu quasi un trauma. Nessuno - né lui, né i suoi fan dell'epoca - era preparato a quel tipo di notorietà che lo lanciò in maniera inaspettata e veloce come una delle più grandi rockstar mondiali.

Un lungo lavoro

Fino a quel momento Springsteen aveva lavorato tantissimo, ma non per raggiungere la fama che gli capitò poi con quel fortunato album, ma per far ascoltare la sua voce. Nel 1980 grazie a The River aveva cominciato a riempire le arene americane e con Hungry Heart era per la prima volta entrato nelle chart dei singoli, oltre a Nebraska, un disco capolavoro rock, ma solo per certi palati che erano portati quasi a venerarlo.

Un mito per i fan

Il punto era proprio questo; per i fan dell'epoca il boss era considerato una sorta di mito di cui essere gelosissimi. Una perla rara condivisa con una platea che parlava la stessa lingua e percepiva unanimamente le parole delle sue canzoni come parte della propria vita e dei propri sogni.

L'arrivo dell'uragano "Born in the U.S.A."

Con l'uscita dell'album il successo esplose inaspettato come un uragano accendendo i riflettori su di lui in maniera totale; anche per chi fino a quel momento non sapeva assolutmante chi fosse. È mentre la platea mondiale lo applaudiva, quella di nicchia, il suo zoccolo duro, rimase turbato da quelle nuove soronità portate dall'album.

Un testo molto duro

Al contrario delle sonorità, il testo della canzone che dà nome all'album, è in realtà molto duro e racconta di un reduce dal Vietnam che vive il dramma del ritorno a casa in un'America che spesso dimentica i suoi eroi partiti per guerre che non volevano combattere. Un manifesto politico vero e proprio, che addirittura l'ex presidente Ronald Reagan tentò di fare suo per utilizzarlo in varie campagne, ma a cui Springsteen negò qualsiasi tipo di utilizzo frenando le sue aspettative patriottiche.

Un album "scandalo"

All'interno dell'album non solo le sonorità di Born in the U.S.A., ma anche e forse soprattutto, Dancin'in The Dark, il brano aggiunto che ormai il disco era finito, che venne definito dai fan del primo Springsteen, quasi un oltraggio, con quelle sonorità troppo ballabili e il video girato da Brian De Palma in cui sul palco saliva una delle fan del "Boss", che altro non era che Courtney Cox una delle attrici di Friends.

In realtà ora a 40 anni di distanza quelle canzone sono dei veri capolavori, ognuno come un diamante che brilla portando una luce diversa, ma allo stesso modo intensa. Non esistono più i "puristi" di Springsteen, perché tutti i suoi fan sentono di esserlo, non solo "perdonandolo" per quel passaggio di rotta iniziale, ma comprendendone sia il motivo che l'immenso valore di costruzione e intenso lavoro sui testi rimasto sempre immutato.

Le celebrazioni

In tutto il mondo si festeggia questa data fatidica, con raduni, incontri e con il Boss che è tutt'ora in tour in Europa con la E Street Band. Solo per il tour europeo ha venduto 1,6 milioni di biglietti e lo spettacolo è stato ritenuto tra i migliori della carriera della band. Ma oltre a quelle dei fan, anche la Sony Music ha celebrato l'annivesario con un’edizione speciale del disco in uscita il 14 giugno, che conterrà un LP rosso traslucido, una copertina apribile e un libretto esclusivo con materiale d’archivio dell’epoca, nuove note di copertina scritte da Erik Flannigan e una litografia a quattro colori.

I record dell'album

Pubblicato il 4 giugno 1984, Born In The U.S.A. ebbe un successo senza precedenti nella sua discografia, con ben sette singoli nella top 10 e circa 25 milioni di copie vendute fino ad oggi. L’album catturò lo spirito del tempo della cultura pop con un impatto unico nel suo genere. Il tour Born In The U.S.A.

di Springsteen e della E Street Band registrò 156 spettacoli sold out in tutto il mondo, mentre brani come Dancing In The Dark, No Surrender e Glory Days rimangono i punti fermi del loro spettacolo dal vivo fino ad oggi.

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