I punti chiave
- Minnie the Moocher, Cab Calloway (1931)
- Sing Sing Sing, Benny Goodman (1937)
- Take Five, Dave Brubeck Quartet (1959)
- Soul Bossa Nova, Quincy Jones (1962)
- I’ve Got You Under My Skin, Frank Sinatra (1956)
- What a Wonderful World, Louis Armstrong (1967)
- Chameleon, Herbie Hancock (1973)
- Birdland, Weather Report (1977)
Più di un secolo di vita tra brani immortali e artisti che hanno scritto la storia, un genere nato grazie agli schiavi afroamericani e in grado di rinnovarsi attraverso l’incontro. Oggi 30 aprile si celebre la Giornata mondiale del jazz, istituita nel 2011 su proposta del pianista Herbie Hancock con l’obiettivo di ribadire l’importanza di questo genere e il suo ruolo diplomatico nell’unire le persone di tutti gli angoli del globo.
Nato come sintesi di più linguaggi, il jazz mette le sue radici tre secoli fa in Nord America, grazie alla fusione tra le tradizioni musicali dell’Africa occidentale e quelle arrivate dal Vecchio Continente. La prima registrazione ufficiale risale però al febbraio del 1917, grazie alla Original Dixieland Jazz Band che incide su disco due brani del proprio repertorio. La Giornata mondiale del jazz ci consente di presentarvi 8 brani famosissimi da aggiungere alle vostre playlist.
Minnie the Moocher, Cab Calloway (1931)
Tra le più belle canzoni jazz-scat di sempre, “Minnie the Moocher” di Cab Calloway del 1931 ha riscoperto il successo negli anni Ottanta grazie al film “The Blues Brothers” di John Landis. La canzone è famosa per il suo testo improvvisato e per le parti composte da suoni apparentemente senza senso. Un grande successo dal punto di vista discografico: un milione di copie vendute e il Grammy Hall of Fame Award nel 1999.
Sing Sing Sing, Benny Goodman (1937)
"Sing Sing Sing" di Benny Goodman è considerato uno dei brani più rappresentativi del genere jazz e swing. Scritta da Louis Prima nel 1936, la canzone era stata intitolata “Sing, Bing, Sing” in riferimento alla stella statunitense Bing Crosby, titolo poi modificato per non “incatenarla” a un unico artista. Successo clamoroso, a partire dal mitico concerto alla Carnegie Hall del 16 gennaio 1938.
Take Five, Dave Brubeck Quartet (1959)
“Take Five” è stato il primo brano jazz composto in cinque parti a raggiungere un grande successo commerciale anche fuori dal suo genere. Straordinari gli assoli di batteri firmati da Joe Morello e il suono unico del sassofono di Paul Desmond. I diritti del brano sono stati lasciati per volontà dello stesso Desmond alla Croce Rossa Americana.
Soul Bossa Nova, Quincy Jones (1962)
Composto in poco più di venti minuti, “Soul Bossa Nova” riassume tutto il talento e la personalità esplosiva di Quincy Jones. Un’opera jazz-pop influenzata dal brasiliano bossa nova, in voga nei primi anni Sessanta. Impossibile non riconoscere la sua melodia di fiati semplice e ritmata.
I’ve Got You Under My Skin, Frank Sinatra (1956)
Nella Giornata mondiale del jazz è impossibile non citare “I've Got You Under My Skin”, brano musicale del 1936 scritto da Cole Porter per il musical “Nata per danzare” di Roy Del Ruth, in cui viene cantato da Virginia Bruce. Un punto di riferimento del genere, reinterpretato da tantissimi artisti, ma la versione più amata è senza ombra di Frank Sinatra.
What a Wonderful World, Louis Armstrong (1967)
Interpretata per la prima volta da Louis Armstrong nel 1967, “What a Wonderful World” è un brano jazz letteralmente rinato alla fine degli anni ottanta grazie al film “Good Morning, Vietnam”, diretto a Barry Levinson e interpretato da Robin Williams. Nel 1999 è entrato a fare parte della Grammy Hall of Fame.
Chameleon, Herbie Hancock (1973)
Con evidenti influenze funk, “Chameleon” di Herbie Hancock è passato alla storia per lo straordinario riff di basso, per gli assoli di Hancock e per la sua durata di 15 minuti e 44 secondi. Il brano è uno degli standard jazz più riconosciuti ed è diventato repertorio standard in molti ensemble jazz. Con il passare degli anni è stato eseguito da vari artisti: da Maceo Parker a Buddy Rich, passando per Stanley Jordan e Maynard Ferguson, fino a Gov’t Mule e Jazz Warriors.
Birdland, Weather Report (1977)
I Weather Report hanno scritto pagine importanti della storia dell’area fusion e “Birdland” è forse la composizione più conosciuta.
Firmato da Joe Zawinul, il brano è elevato dalla straordinaria performance di basso di Jaco Pistorius. La canzone è un omaggio al nightclub Birdland di New York City ed è stata reinterpretata da numerosi artisti: la versione di Quincy Jones è stata premiata con due Grammy Awards nel 1989.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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