Dopo il qua qua, il ballo di Sanremo è meno entusiasmante

Nella terza serata del Festival la musica tiene la barra dritta. Ma le polemiche per Travolta e ballo del qua qua e il blitz di Russell Crowe dimostrano che si sente sempre meno il bisogno dei super ospiti

Dopo il qua qua, il ballo di Sanremo è meno entusiasmante
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Non è stata di certo la più esaltante delle serate di Sanremo. Dopotutto il giovedì è tradizionalmente il punto di svolta del Festival, il passaggio tra la salita e la discesa verso la finale. Senza dubbio a velare gli entusiasmi in scena c’era stata una delle pochissime polemiche sui contenuti artistici degli ultimi anni, quella sul “Ballo del qua qua” con John Travolta. E ieri sera è stata la conferma che comunque gli artisti, specialmente quelli super sensibili come Fiorello, possono resistere alle bagattelle su questo o quell’ospite, su questo o quell’argomento, ma giustamente patiscono sulla propria pelle le critiche sui contenuti, specialmente quando sono state obiettivamente esagerate seppur condivisibili nella sostanza.

In fondo, se aveva accettato il copione, John Travolta ha ben poco da lamentarsi (oltretutto sarà meglio che non torni più in Riviera visto che al Festival ha fatto percorso netto di polemiche: due partecipazioni, due polemiche). In ogni caso, è stato il solito can can che fa come il Gange: immenso nella portata ma veloce nel passare oltre. Quindi da domani ciao. E per carità, non trasformatelo pure in un caso parlamentare perché sarebbe più imbarazzante delle paperelle di Travolta.

Comunque ieri sera ci ha pensato la musica a tenere la barra dritta, con lo strano rituale del conduttore che annuncia un altro conduttore che annuncia il cantante in gara, peraltro collega. Nella Top5 sono alla fine entrati Angelina Mango al primo posto, poi Ghali, la superlativa Alessandra Amoroso e i sorprendenti (in classifica) Il Tre e Mr. Rain. Un risultato abbastanza inatteso che conferma quanto sia difficile prevedere un vincitore di questo Festival a cento all’ora.

A fare la differenza musicalmente ci ha pensato un meraviglioso Paolo Jannacci che, insieme con il pluripremiato drammaturgo Stefano Massini, è stato superlativo ne “L’uomo nel lampo” prima di omaggiare con un composit di immagini le vittime sul lavoro. E se Teresa Mannino ha inciampato nella retorica con il suo monologo, Edoardo Leo è sembrato troppo irruente nel proprio, così tanto da far persino perdere il senso agli ascoltatori.

E Russell Crowe? Si è presentato con una band da Colosseo (veri giganti) ma vocalmente affronta il blues come l’ultimo dei gladiatori. Dopotutto mica si può avere tutto e, per essere onesti, dei super ospiti si sente sempre meno il bisogno. A meno che non siano davvero super.

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