Il rock made in Italy è vivo e vegeto: ecco perché i Maneskin non sono un progetto di plastica

Il 2021 è stato l'anno d'oro dei Maneskin. La band si è appena messa alle spalle un tour mondiale straordinario. E ora arriva pure l'annuncio del progetto solista del frontman

Il rock made in Italy è vivo e vegeto: ecco perché i Maneskin non sono un progetto di plastica
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Che fine hanno fatto i Maneskin? Quando oggi si parla della band romana è questa la domanda più ricorrente. E non perché i tre giovanissimi ribelli della musica italiana siano costretti a far uscire un singolo al mese o a rilasciare interviste quotidiane. Ma perché così hanno fatto per due interi anni dal 2021 in poi, quando sono stati eletti a nuovo Messia capace di salvare l'intera industria discografica italiana. Ma nonostante l'apparente scomparsa, i Maneskin continuano a lavorare a nuovi progetti che contribuiranno a tenere alta nell'Olimpo della musica mondiale la bandiera del rock italiano, che prima di loro sembrava fosse stata ammainata.

Il 2021 è stato l'anno d'oro della band, che dai marciapiedi di Roma (letteralmente), dopo essere passata per X-Factor, ha prima conquistato Sanremo e poi l'Eurovision. I quattro hanno conquistato copertine, apparizioni dei più grandi show musicali mondiali. Sono stati presi sotto la propria ala protettrice da (veri) dei del rock, hanno vinto premi su premi. Il tutto con l'acclamazione possente del pubblico. E non è mancata l'adorazione di gran parte della stampa, italiana ed estera. Nei due anni in cui la band ha vissuto il successo a mille, in tanti hanno parlato di mera operazione di marketing, che però ha portato i giovani romani a esibirsi davanti a centinaia di migliaia di persone, dal sud America agli Usa, dall'Europa al Giappone. Concerti sempre sold-out e partecipati.

Nonostante le critiche, nonostante le accuse di essere solo un "progetto di plastica" sono stati capaci di conquistare l'Olimpo mondiale. Ora sono un po' "appannati", ma non hanno nemmeno trent'anni e il loro target non sono solamente i teen, quindi di materiale per tornare a essere in cima ce n'è. Sono stati definiti come un "fenomeno di costume" più che musicale, perché, questa l'accusa dei dcetrattori, veniva data più importanza ai look che alla musica. Simbolo del progressismo, della fluidità e della trasgressione, seppur non di prima mano, si sono comunque sempre attenuti a canoni del conformismo. Ed è forse questa la ricetta del loro indiscusso successo, che li ha resi così trasversali, mettendo probabilmente le basi per un progetto capace di durare.

Che i Maneskin siani scomparsi scomparsi dai radar italiani mentre concludevano il tour mondiale, di oggettivo successo, non deve allarmare i fan. La percezione è che qualcosa sia cambiato nella fabnbase, ma non per forza dev'essere negativo. Victoria questa estate si è esibita da sola come dj in tutta Europa e Damiano, frontman e simbolo della band, ha annunciato un progetto da solista. Anche se sulla sua nuova immagine ci sarebbe di che discutere. Ma non è questo il punto. La band non si è sciolta, che il progetto continua e il gruppo sta lavorando a nuovi progetti. E anche se, tutto lascia intendere il contrario i Makeskin ci sono e continuano il loro percorso.

Sono, dunque, un successo di plastica, come vorrebbero far credere alcuni? Ovviamente no. Certo, la parabola del successo non è mai lineare, è fatta di alti e bassi: è come il Ballo della vita. Senz'altro è passata l'ubriacatura post-Eurovision e c'è già chi rimpiange i tempi in cui i Maneskin non erano famosi, in cui si rivolgevano a una piccola nicchia di pubblico. Dicono che la loro musica fosse migliore prima del 2021, che si dedicassero maggiormente alla sostanza più che alla forma. Ma i numeri, per il momento, danno ragione a loro ed è questo che conta, al di là dei romanticismi, nel successo.

Ci sono stati gruppi che sono esplosi con la stessa velocità con cui l'hanno fatto i Maneskin, passati da niente a tutto in una manciata di anni. Un esempio sono i Tokyo Hotel, che dopo un boom straordinario sono scivolati via nel dimenticatoio, quasi come i One Direction. Non si può certo dire con certezza che i Maneskin non faranno la stessa fine, queste cose dipendono da un numeri infinito di fattori, primo fra tutti la fortuna. Guardando al presente, un tour mondiale sold-out e un nuovo progetto in uscita non possono certo essere sinonimo di fallimento. Anzi, l'esetto contrario.

La band è solida. E (forse) anche il concedersi meno alla stampa, che spesso viene visto come primo passo verso l'oblio, può rappresentare, al contrario, un passo verso l'età matura del gruppo. E verso una nuova fase.

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