Sanremo, l’ultima frontiera di Paolini (ormai ex disturbatore)

34 anni dopo il "proclama" di Cavallo Pazzo, Gabriele Paolini ripropone la solita interruzione in tv, senza novità. Un ritorno senza idee, tra cliché e déjà vu. Riuscirà a reinventarsi o vivrà di rendita?

Sanremo, l’ultima frontiera di Paolini (ormai ex disturbatore)
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“Dotta” esibizione citazionistica del proclama del ‘92 di Cavallo pazzo (“Questo festival è truccato, lo vincerà Fausto Leali”) o ineluttabile crisi di idee? Ce lo siamo chiesti ieri dinanzi alla scena triste del ritorno in tv dell’ormai vecchio disturbatore Gabriele Paolini che durante il Tg1 è intervenuto annunciando che “Questo festival è truccato, lo vincerà Giorgia”. Beh, 34 anni dopo lo show di Cavallo pazzo sul palco di Pippo Baudo, la sparata risulta decisamente a salve.

Insomma, zero originalità. Sempre che, appunto, Paolini non abbia voluto celebrare il suo progenitore nell’”arte” di rompere gli schemi, e non solo… Paolini, quest’anno compierà 51 anni. Che sia tempo di dare una rinfrescata al vecchio repertorio? Paolini purtroppo gli ultimi anni li ha trascorsi in carcere per una brutta vicende che non è il caso di rivangare. C’è chi dice che dalla galera si esca migliori (non accade sempre, ma qualche volta si’), altri sostengono che dalla cella si esca peggiori (non accade sempre, ma qualche volta si’), Paolini è la dimostrazione vivente che dalla gabbia si può uscire anche uguali a come quando ci si era entrati. Non tocca a nessuno giudicare la terza “terza via”, ma sta di fatto che Paolini l’ha intrapresa senza titubanze; “forte” pero’ non di nuove idee, ma di cliché collaudati in passato perfino a colpi di pedate… Scena mitica: nel 1998 Paolo Frajese lo prese a calci in diretta durante un servizio al Tg1.

Una reazione violenta e quindi esecrabile, che tuttavia interpretava forse il sentire comune dei telespettatori che guardavano con occhio non benevolo (sebbene incuriosito) quel ragazzo dai capelli lunghi che sfoggiava una collana di preservativi interrompendo la messa cantata dei telegiornali. Provocazione che all’epoca, nell’Italia degli intoccabili riti catodici, fece un scalpore. Come si permetteva, quel “pazzo” di Paolini, di alterare il rassicurante tran tran del piccolo schermo nei tinelli di casa e la liturgia ufficiale dei mezzibusti microfonati? Peccato che negli anni successivi la “guerra” di Paolini sia cessata, arrendendosi alla firma di un armistizio conformistico. La rivoluzione aveva perso colore assumendo i topi pastello di un pacifico e noioso revival. La trasgressione asserragliata nella trincea del deja vu.

Certo, era sempre “divertente” vedere e sentire Emilio Fede o Enrico Mentana imbufalirsi per le interferenze corsare di Paolini, ma ormai il gioco era risaputo e risultava eccitante come un giallo di cui già si conosce il nome dell’assassino. Ma proprio in forza di quella trama (se pur depotenziata dalla coazione a ripetere) Paolini ha riscosso importanti “riconoscimenti professionali”. Ad esempio dal 2012 è nel Guinnes dei primati pet le sue apparizioni di disturbo sul piccolo schermo sul con la seguente motivazione: “Sanota regolarmente i collegamenti di giornalisti e presentatori su TV nazionali in Italia, incoraggiando l'uso del preservativi come parte della propria battaglia civile contro lAids”; inoltre l’Enciclopedia della televisione lo definisce "l'uomo che ha fatto dell'apparizione catodica uno scopo primario dell'esistenza".

Per i prossimi 50 anni di vita Paolini si accontenterà di vivere di rendita o si inventerà una seconda life, magari più adeguata alla sua età ormai più che matura? Gli inviati del Tg1, nel dubbio, stiano con gli occhi aperti…

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