A sinistra i compagni perdono la testa, ma non il (brutto) vizio. Quello dell'odio per gli avversari: non più persone, ma nemici da eliminare. Potendo, anche fisicamente. E così ieri è comparso un fantoccio fatto con i giornali, la spazzatura e appiccicata la faccia di Elon Musk: il numero uno di Tesla e X, appeso a testa in giù. «C'è sempre posto a Piazzale Loreto Elon...», il lugubre messaggio appeso di fianco al penzolante manichino. A rivendicare il gesto, gli attivisti del collettivo Cambiare Rotta che hanno diffuso la bella impresa sui social. Il regno del Musk medesimo. A loro solo parziale giustificazione, oltre la giovane età e l'esuberanza adolescenziale, il fatto che il blitz del collettivo di studenti è arrivato al traino dell'assurda giornata trascorsa da politici e intellettuali ad argomentare su quanto fosse romano e dunque fascista il saluto esibito da Musk all'insediamento del neo presidente Donald Trump. Gli stessi che qualche anno fa ci spiegavano quanto fosse nobile comprare una Tesla per ribellarsi al capitalismo inquinatore, che genio fosse Elon e che ieri hanno picchiato duro sulle tastiere. Una folla di progressisti sempre pronti a misurare con il goniometro l'altezza delle braccia, ma assolutamente incapace di trovare un candidato anche minimamente credibile perfino per la Casa Bianca, la maggior democrazia del pianeta.
E se questi sono i cattivi maestri, anzi maestrini, diventa difficile poi prendersela con i pessimi allievi che invece di imparare a dire qualcosa di sinistra, criticando magari insegnamenti sbagliati, si intruppano in gregge lungo la brutta strada del peggior qualunquismo.
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