Appalti ferroviari controllati dal clan dei Casalesi: 35 le ordinanze di custodia cautelare

A finire sotto la lente d’ingrandimento della giustizia, alcuni lontani parenti di Francesco Schiavone, il boss della camorra conosciuto con il nomignolo di “Sandokan”

Appalti ferroviari controllati dal clan dei Casalesi: 35 le ordinanze di custodia cautelare

Sono 35 le ordinanze di custodia cautelare emesse dai giudici napoletani: 17 indagati sono finiti dietro le sbarre, altri 17 agli arresti domiciliari, mentre un imputato ha l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. L’inchiesta condotta dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) sta riportando alla luce le azioni criminali del famigerato clan casertano dei Casalesi. A finire sotto la lente d’ingrandimento della giustizia, alcuni lontani parenti di Francesco Schiavone, il boss della camorra conosciuto con il nomignolo di “Sandokan”. Al setaccio dei magistrati la carriera imprenditoriale di Nicola e Vincenzo Schiavone, che da tempo hanno avviato attività nei settori dei servizi elettrici, ferroviari e telefonici. In passato Nicola era uscito indenne dal maxi processo “Spartacus” e si era dedicato all’imprenditoria. Adesso, però, la Dia nutre dubbi sugli affari degli Schiavone.

Secondo i giudici i due fratelli di Casal di Principe avrebbero realizzato profitti indebiti, in parte destinati a foraggiare il clan soprattutto per le spese legali degli uomini dell’organizzazione finiti in carcere. L’indagine coinvolge diverse persone e ha già portato al sequestro di beni dal valore di 50 milioni di euro. Tra gli indagati, come riporta il quotidiano la Repubblica, ci sono anche dirigenti ed ex funzionari di Rete ferroviaria italiana, tutti finiti ai domiciliari. L’accusa nei loro confronti è di aver favorito sugli appalti gli Schiavone in cambio di denaro e preziosi regali. Rete ferroviaria italiana, che si ritiene parte lesa in questa vicenda, ha sospeso o licenziato i dipendenti coinvolti.

A mettere nei guai Nicola e Vincenzo Schiavone sono anche le testimonianze di altri

imprenditori, i quali hanno rivelato di aver subito pressioni rispetto ad alcuni appalti. L’inchiesta riguarda anche alcuni avvocati che sono indagati perché avrebbero reso possibili le fughe di notizia sul procedimento in corso.

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