In Campania sono quasi 8mila gli immobili e le aziende strappati alla criminalità ed affidati alla gestione dell'Agenzia nazionale o destinati a progetti di enti pubblici, associazioni o cooperative sociali. Una delle strutture più conosciute è, forse, quella che sorge a Casal di Principe, nella villa che fu del boss dei Casalesi Francesco Schiavone, detto "Sandokan", e ora affidata alla cooperativa "La Forza del Silenzio": qui oggi si producono le mascherine, il dispositivo di protezione individuale tanto utilizzato in questi anni di pandemia.
"Ci sono stime che indicano in 40-50 miliardi di euro il valore dei beni confiscati in tutta Italia. Stiamo parlando di un punto forse un punto e mezzo di Pil", ha sottolineato Mario Mustilli, presidente di Sviluppo Campania. Delle strutture in questione ben 4296 (il 56% del totale) sono a Napoli. Il restante si divide nelle altre province: il 30% (2284) nel Casertano, l'11% (856) a Salerno, il 2% (173) ad Avellino e l'1% (83) a Benevento. L’impegno è grande ma le criticità non mancano. L'assessore alla Legalità della Regione Campania, Mario Morcone, ha avvertito che a Napoli sulla valorizzazione dei beni tolti alla criminalità "c'è ancora molto da fare. La mia aspettativa è che un sindaco come Gaetano Manfredi e un assessore come Antonio De Iesu possano rimettere mano a una situazione sostanzialmente ferma da anni".
Un esempio di un progetto non del tutto decollato è quello dell’iniziativa imprenditoriale avviata in una villa bunker a Quindici (nell’Avellinese) appartenuta al clan Graziano: "Sono stati investiti soldi e acquistati macchinari, ma bisognerà ragionare su qualcosa di nuovo", ha affermato l’assessore che, poi, ha spiegato i motivi per cui questo patrimonio rimane inutilizzato. Secondo Morcone ci sono sindaci che "preferiscono non farlo per calcolo elettorale, altri non ci riescono perché hanno gli uffici in ginocchio. I tempi della giustizia a volte fanno arrivare i beni in pessime condizioni".
Ma vi è anche un altro aspetto da non sottovalutare. Perché esistono aziende che finiscono in liquidazione. Il motivo secondo l’assessore, è da ricercarsi nella fuga dei clienti. "Quando un'azienda viene sequestrata per prima cosa molti clienti vanno via, perché evidentemente si sentivano più garantiti ad affidarsi a un criminale, poi le stesse banche che fino al giorno prima concedevano scoperti, chiedono di rientrare nonostante sia subentrato lo Stato e infine anche i lavoratori spesso cambiano atteggiamento" , ha evidenziato Morcone.
Quest'ultimo ha annunciato che sarà approfondito il futuro della"Balzana a cui siamo legati e che rappresenta 220 ettari che costituivano il motore economico del territorio di Capua, Santa Maria la Fossa, Grazzanise e di tutta zona". L’assessore ha ricordato che si tratta di un luogo "purtroppo ferito profondamente e siamo orgogliosi di rilanciare con finanziamenti concessi dal Cipe e altri che ancora otterremo". Per Morcone queste sono occasioni per i giovani "di giocare la loro partita di idee che non avrebbero avuto altre opportunità per farle valere".
Si parlerà degli interventi per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità al "Primo forum espositivo" che si terrà l’1 e il 2 aprile a Napoli, presso la Stazione Marittima.
Un evento nazionale che vedrà la partecipazione di prestigiosi relatori, esperti di caratura nazionale e protagonisti impegnati in questo settore. Lo scopo è quello di creare una rete, valorizzando le tante esperienze e realtà che sono presenti anche in altre Regioni. Un ruolo importante, come è ovvio che sia, è riservato al terzo settore e alle cooperative e alle associazioni che operano nel mondo dei beni confiscati che esporranno progetti e racconteranno le loro esperienze. Perché dal male, con le opportune metodologie, si può ricavare anche del bene per la collettività.
A presentare l’evento, a cui parteciperanno anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, il ministro del Sud e della coesione territoriale Mara Carfagna e il commissario europeo per gli Affari economico Paolo Gentiloni, è stato l'assessore Morcone che ha spiegato che il tesoro delle mafie può diventare
"una grande leva economica per tutto il Paese. Noi vogliamo dare una scossa a questo settore". Al forum interverranno, inoltre, i rappresentanti delle amministrazioni regionali di Lombardia, Toscana, Lazio e Sicilia.
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