Campania, è allarme smog: ecco i dati (sconfortanti) sulla qualità dell’aria

Dal report di Legambiente "Mal'aria di città” emerge un quadro allarmante che riguarda tutto il territorio della Campania. L’allarme smog coinvolge anche Napoli

Campania, è allarme smog: ecco i dati (sconfortanti) sulla qualità dell’aria

Non solo Covid-19. Per la Campania il 2021 è stato un anno nero soprattutto per lo smog. Il 99% dei comuni della Regione non è riuscito a rispettare tutti e tre i valori limite suggeriti dall’Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità. In alcuni casi il problema principale è rappresentato dalle polveri sottili, in altri da quelle ultrasottili mentre in altri ancora dal biossido di azoto. Stiamo parlando di sostanze che possono fare insorgere gravi patologie dell'apparato respiratorio e cardiovascolare.

È questo il quadro a dir poco allarmante emerso dal report di Legambiente "Mal'aria di città. Quanto manca alle città italiane per diventare clean cities" realizzato nell'ambito della campagna Clean Cities, in cui si fa il bilancio sulla qualità dell'aria in città confrontando il valore medio annuale di PM10, PM2.5 e NO2 con i parametri suggeriti dall'Oms.

Per quanto riguarda la Campania lo studio è stato condotto attraverso l’analisi dei dati raccolti dalle centraline per il monitoraggio dell'inquinamento atmosferico dislocate dall'Arpac (l'Agenzia regionale per la protezione ambientale in Campania, ndr) sul territorio.

Al primo posto nella poco invidiabile classifica riguardante il PM10 si posiziona il Comune di San Vitaliano, che registra una media annuale di 46 microgrammi per metro cubo di aria. Più del triplo del valore massimo (15 microgrammi per metro cubo di aria, indicato anche con µg/mc).

Al secondo e terzo gradino del podio figurano Volla (41 microgrammi per metro cubo di aria) e, con lo stesso valore, Aversa e Pomigliano d'Arco (38 microgrammi per metro cubo). Quest’ultima località è maglia nera anche per le polveri ultrasottili, le famigerate PM2.5, che a causa della loro ridotta grandezza riescono a penetrare con facilità nell'apparato respiratorio: la media annuale è di 21 microgrammi per metro cubo di aria. Il valore che non dovrebbe essere oltrepassato, in base alle indicazioni dell’Oms, è di 5 microgrammi per metro cubo. Non se la passa meglio la già citata Volla che è sul podio anche in questa classifica con 20 µg/mc.

A Napoli la criticità principale legata allo smog è rappresentata dal biossido di azoto. Nella città partenopea sono stati rilevati 32 microgrammi per metro cubo di aria. Un dato decisamente alto se si tiene conto che il valore limite dell'Oms che è pari a 10 microgrammi per metro cubo di aria. Male anche Casoria che ha registrato 31 microgrammi di biossido di azoto per metro cubo di aria.

"Nell'ambiente urbano - ha commentato Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania - i due settori che incidono maggiormente sull'inquinamento dell'aria sono la mobilità e il riscaldamento domestico. È prioritario che si investa su uno svecchiamento del parco autobus, puntando su un trasporto pubblico locale moderno, su treni per pendolari e mobilità alternativa, senza dimenticare la riqualificazione energetica degli edifici indispensabile alla riduzione nelle emissioni dagli impianti di riscaldamento domestici".

In questo difficile quadro non manca qualche elemento positivo. Ci sono, infatti, anche piccoli centri urbani che rispettano i valori sullo smog suggeriti dall'Oms: tra questi figurano il comune di Ottati (Sa) per PM10 e PM2.5 e i comuni di Solofra (Av), Pratella(Ce), Presenzano (Ce) e Ottati (Sa) per il biossido di azoto.

Una piccola goccia nel mare. Il problema dello smog, però, riguarda tutto il nostro Paese. "L'Italia deve uscire al più presto dalla logica dell'emergenza e delle scuse che ha caratterizzato gli ultimi decenni fatti di piani, parole, promesse, spesso disattese, e scuse per non prendere decisioni, anche impopolari, per cambiare faccia alle nostre città e abitudini alle persone. L'inquinamento atmosferico deve essere affrontato in maniera trasversale e integrata con azioni efficaci, incisive e durature con misure integrate messe in campo dal governo nazionale, da quelli regionali e comunali", ha spiegato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.

"Il problema dell'inquinamento atmosferico – ha evidenziato Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente - non è un problema esclusivamente ambientale ma anche, e soprattutto, sanitario. In questo report di Mal'aria 2022 abbiamo voluto confrontare i valori medi annuali dei tre principali inquinanti atmosferici con quelli suggeriti dall'Oms. La revisione della direttiva europea sulla qualità dell'aria, che si appresta ad essere avviata nei prossimi mesi, rivedrà i limiti normativi in funzione dei nuovi limiti Oms.

Nel giro di pochi anni, quindi, questi valori diventeranno vincolanti anche dal punto di vista legale e il non rispetto degli stessi porterà all'avvio di ulteriori procedure di infrazione per gli Stati membri inadempienti". L'Italia, ha ricordato ancora Minutolo, al momento "ha attive tre procedure di infrazione per tre inquinanti come il Pm10, Pm2,5 e il biossido di azoto (NO2)".

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