Hanno fatto il giro dei social network due scontrini registrati in locali del Napoletano, con un sovrapprezzo applicato dai titolari davvero curioso. I clienti si sono ritrovati a pagare 50 centesimi in più in un bar-pasticceria, perché il cameriere ha tagliato una sfogliatella a metà. È andata decisamente peggio a una persona che ha consumato una “graffa” sul lungomare di Napoli, costretta a versare 3,50 in tutto, compreso l’obolo per la divisione in due parti del prelibato dolce partenopeo. Nel primo caso, a denunciare l’episodio è stato il presidente di Federconsumatori Rosario Stornaiuolo, il quale sul suo profilo Facebook ha postato la foto dello scontrino.
“Incredibile e ridicolo. Un bar – ha scritto – aggiunge 50 centesimi allo scontrino perché taglia in due la sfogliatella. Fermiamo queste pazzie. Non è una questione di 50 centesimi, ma di etica nel commercio”. Sotto al post, una lunga serie di commenti, con tanti internauti che chiedono qual è il locale, per evitare di metterci piede. “Il problema è che in un momento di forte crisi economica non si può pretendere di far pagare ai consumatori la crisi”, ha detto uno di quelli che ha pubblicato un commento.
“Io dopo ricevuto lo scontrino, visto che per legge bisogna avere il listino prezzi ben in vista, avrei chiamato le guardie e avrei denunciato, per principio”, ha affermato un altro. Il proprietario del bar, comunque, intervistato da Il Mattino, si è giustificato: “Sui 50 centesimi della divisone della sfogliatella, ci tengo a precisare che offriamo un servizio e non si tratta solo di dividere la sfogliatella, ma di servire il dolce in due piattini e con due posate al tavolo”.
Ha avuto meno eco, ma ha indignato allo spesso modo il popolo di Facebook l’altra foto dello scontrino postata da una ragazza sul suo profilo social. Anche in questo caso un’aggiunta sul prezzo con la dicitura “graffa più dividi a metà”. I clienti sono sul piede di guerra e temono che i ristoratori si vogliano rifare della crisi conseguente all’epidemia da Coronavirus trovando degli escamotage per aumentare le tariffe.
A rifiutare l’etichetta di “approfittatore” è stato lo stesso pasticciere accusato per il sovrapprezzo alla sfogliatella, che è intervenuto direttamente nei commenti al post.
“Questo servizio al tavolo – ha specificato – esiste da sempre, da prima che cominciasse a diffondersi il Covid-19, nessuno vuole speculare e, come ho già spiegato, il costo aggiuntivo è per tutto ciò che portiamo al tavolo”.
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