Anche in Campania, uno dei terreni di scontro maggiormente roventi tra Pd e M5s, proseguono le prove tecniche di grosse koalitionen. Gli sherpa sono al lavoro e l’appuntamento con le elezioni suppletive del 23 febbraio a Napoli per la sostituzione in Senato di Franco Ortolani, recentemente scomparso, appare una vera e propria prova generale in vista del banco di prova decisivo: quello delle elezioni regionali.
Lo scoglio principale ha un nome e un cognome: Vincenzo De Luca. Il governatore uscente s’è posto sulla scena politica nazionale quale uno degli avversari più irriducibili di Luigi Di Maio e non ha mai lesinato stoccate al Movimento. Ed è stato caldamente ricambiato, in consiglio regionale e fuori, proprio dai Cinque Stelle. Ma la tendenza nazionale, ora che Pd e M5s sono da tempo al governo insieme, è quella di provare a esportare il modello giallorosso sui territori. E la Campania non farà eccezione. Almeno in teoria.
Il capogruppo regionale dei Cinque Stelle, Valeria Ciarambino, ha incalzato il Pd sull’ipotesi di una ricandidatura dello stesso De Luca e in una nota ha affermato: "Se è vero che la dirigenza del Partito democratico starebbe pensando di ricandidare un personaggio come De Luca, come ha appena rivelato lo stesso governatore in uscita, trovasse allora il coraggio di ammettere la propria totale incapacità a costruire un'alternativa al peggior presidente che questa terra ricordi”. Ha quindi aggiunto: “E' certamente comprensibile l'imbarazzo che genera un soggetto come l'attuale governatore, che ha precipitato la Campania a livelli più bassi in tutti gli indici di vivibilità, noto più per le sue offese gratuite e le uscite al limite della volgarità, che per iniziative istituzionali di cui non si ha traccia. Ma oggi il Pd continua a navigare nell'ambiguità. Dicesse, una volta per tutte se, per puri giochi di correnti, ha deciso di puntare su un uomo che ha fallito miseramente. Puntare su De Luca equivale a consegnare la Campania al centrodestra di Salvini, Caldoro, Carfagna dell'imputato per voto di scambio Armando Cesaro, i nemici numero uno della Campania".
Sul dialogo tra Pd e M5s, Ciarambino ha tuonato: “Le uniche voci che sentiamo a oggi dal Pd, sono quelle di esponenti nazionali che lanciano disperati appelli al M5s, ma che non fanno mai cenno a un progetto per la Campania, alla volontà di fare un'operazione di profonda pulizia al proprio interno né ai temi salienti e alle soluzioni che questa regione aspetta da 20 anni. Appelli che non hanno sostanza. La Campania non ha bisogno di chiacchiere e noi non abbiamo tempo da perdere”. Infine la promessa: “Come Movimento 5 Stelle continueremo a lavorare ad un progetto di rilancio della nostra terra, con il coinvolgimento delle migliori realtà.
Non consentiremo che questa Regione finisca nelle mani di un centrodestra che, dopo 5 anni di amministrazione fallimentare e altri cinque di una finta opposizione, porterebbe in dote la Lega di quel Salvini fresco di condanna per insulti razziali ai napoletani e pronto ad avvelenare la Campania, disseminando inceneritori in ogni provincia".
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