Mitra tatuato in testa: cartellone pubblicitario non può essere affisso davanti la chiesa

Don Francesco Rivieccio, parroco di Portosalvo, quartiere di Napoli, ha ceduto solo quando l’impresa ha accettato di cancellare quel kalashnikov dal manifesto

Il cartellone pubblicitario "incriminato"
Il cartellone pubblicitario "incriminato"

Inizialmente aveva negato il permesso di affiggere nelle vicinanze della sua chiesa il cartellone pubblicitario di un’azienda privata. Motivo del diniego, il tatuaggio di un mitra sulla fronte del modello. Don Francesco Rivieccio, parroco di Portosalvo, quartiere di Napoli, ha ceduto solo quando l’impresa ha accettato di cancellare quel kalashnikov dal manifesto.

Su quel tabellone il viso di Daniele Di Bella, il giovane divenuto famoso dopo i suoi appelli in televisione, nei quali lamentava che, per via dei suoi tatuaggi che gli coprono anche buona parte del viso, non riusciva a trovare lavoro, è stato ritoccato. Nel resto della città la foto affissa è quella originale.

L’azienda ha lottato fino alla fine per evitare di modificare il cartellone pubblicitario, ma alla fine si è dovuta accontentare di scendere ad un compromesso con il sacerdote napoletano.

Nessuna reazione da parte del modello, che ha fatto sapere di rispettare le opinioni e la religione, ma allo stesso tempo ha ringraziato l’impresa per avergli dato l’opportunità di posare senza alcun pregiudizio.

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