"Spegni la sirena o ti picchiamo": baby gang minaccia conducente di un’ambulanza

All’ospedale Santobono, invece, si è verificata ancora un’aggressione nei confronti del personale medico. Vittima una pediatra

"Spegni la sirena o ti picchiamo": baby gang minaccia conducente di un’ambulanza

L’ambulanza è rimasta bloccata in una strada trafficata per più di cinque minuti, con un paziente a bordo, diretta all’ospedale Loreto Mare. Il conducente non ha spento la sirena, sperando che le auto facessero spazio al mezzo di soccorso per fargli proseguire la corsa verso il pronto soccorso. Dopo pochi minuti, però, alcuni ragazzi, probabilmente una baby gang, si sono avvicinati all’autista e gli hanno intimato di spegnere il rumoroso lampeggiante. “C’è un funerale, spegni tutto altrimenti ti picchiamo”, la minaccia dei giovani, che non hanno voluto sentire ragioni, nonostante il conducente dell’ambulanza spiegasse loro che stava trasportando un paziente che aveva urgente bisogno di cure. L’episodio è accaduto al rione Sanità.

All’ospedale Santobono, invece, si è verificata ancora un’aggressione nei confronti del personale medico. Vittima una pediatra, che stava svolgendo il suo servizio, quando è stata aggredita e minacciata di morte dai familiari di un paziente, che non volevano attendere il proprio turno al pronto soccorso. Nei giorni scorsi, comunque, di fronte all’appello disperato dei medici degli ospedali di Napoli, stufi delle aggressioni subite nei reparti, il Viminale ha dato una prima risposta.

Dal prossimo 15 gennaio, ha annunciato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, verranno attivate le prime telecamere sulle ambulanze in servizio nei nosocomi partenopei. Una forte sollecitazione a dotare di strumenti di videosorveglianza i mezzi di soccorso era giunta già lo scorso 16 dicembre dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Parallelamente va avanti anche il progetto di realizzazione di impianti di sicurezza nelle strutture ospedaliere più a rischio collegati alle centrali della polizia.

Appena ieri, i camici bianchi avevano chiesto l’intervento dell’Esercito nei reparti di pronto soccorso. I cinque casi di violenza dei primi giorni dell’anno, perpetrati ai danni del personale sanitario dei nosocomi San Giovanni Bosco, Vecchio Pellegrini e Loreto Mare, hanno reso ancora più urgenti gli interventi a tutela degli operatori delle strutture ospedaliere. Non solo il drappello di polizia, che in ogni caso non c’è da nessuna parte, ma addirittura i militari in missione speciale, come è già avvenuto in passato per contrastare i roghi tossici della Terra dei fuochi.

L’emergenza negli ospedali ha ormai raggiunto livelli di guardia e i medici non ci stanno più a subire le angherie degli utenti. Le persone sembrano ormai non avere più paura di nulla, anche perché nella maggior parte dei casi restano impunite. L’ultimo grave episodio è stato denunciato dall’associazione a tutela dei camici bianchi “Nessuno tocchi Ippocrate”, fondata dal medico Manuel Ruggiero.

Un gruppo di giovani ha sequestrato un’ambulanza, con all’interno medici e infermieri, nel parcheggio dell’ospedale Loreto Mare. I ragazzi volevano che venisse soccorso un loro amico 16enne, che aveva riportato una banale distorsione al ginocchio.

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