Sui social l'album di figurine dei clan

Sui social l'album di figurine dei clan

Ci mancava l'album di figurine dei clan. Ma quelli veri, non di Gomorra (la nota serie tv ispirata al libro di Saviano). La denuncia arriva da Severino Nappi, consigliere regionale e coordinatore della città metropolitana di Napoli della Lega, che dichiara di aver intercettato, su alcuni profili di TikTok, le immagini pubblicizzate di alcune cosche dell'area nord di Napoli:"Quella della Vanella Grassi, che definiscono la 'Sparta di Secondigliano', e quella degli Amato-Pagano. Le immagini proposte - prosegue il consigliere - sono inequivocabili e riguardano i componenti delle suddette organizzazioni camorristiche. Ancor più inquietante il messaggio che invita a condividere i post, con l'obiettivo di aumentare i follower, solo così si aggiungeranno altri personaggi alla lista".

"Siamo di fronte all'ennesimo gravissimo episodio di celebrazione della malavita - denuncia Nappi - che segnaliamo prontamente alle autorità preposte, affinché si chiudano immediatamente questi profili e si indaghi sull'accaduto". "Si tratta di un'azione inqualificabile che loda le gesta nefande di un manipolo di malavitosi oltre ad arrecare un pesantissimo danno di immagine alla città, e ad offendere tutti i cittadini perbene, che rappresentano la stragrande maggioranza dei partenopei".

Evidentemente la malavita si sente importante e, con questa provocazione, non solo sfida lo Stato ma intende persino fare breccia (o almeno provarci) tra i cittadini.

Magari proprio sull'onda del successo di Gomorra in tv. Solo che un conto è la finzione, con Genny Savastano e Ciro Di Marzio, altra cosa le bande vere di criminali che devastano il territorio e minacciano il futuro di intere città.

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