È stato tratto in arresto con l’accusa di traffico internazionale di droga, perché aveva oltre cento ovuli nell’addome. Un cittadino di origini nigeriane è stato bloccato all’aeroporto di Capodichino dagli uomini del comando provinciale della Guardia di finanza di Napoli e dai funzionari dell’agenzia delle dogane e dei monopoli, nell’ambito della costante attività di prevenzione e repressione di traffici illeciti. Lo straniero, di passaggio nella città partenopea, trasportava nella pancia più di un chilo di sostanze stupefacenti, tra cocaina ed eroina, destinato al mercato illecito internazionale.
Il nigeriano era appena sbarcato da un volo proveniente da Parigi ed era pronto a prendere un nuovo aereo quando è stato fermato e sottoposto a controllo dalla Guardia di finanza e dai funzionari doganali. L’atteggiamento dello straniero, che si è innervosito per le verifiche a cui è stato sottoposto, ha insospettito i finanzieri, che lo hanno accompagnato in ospedale per un esame radiografico. Le lastre hanno evidenziato presenza nell’addome del nigeriano di 112 ovuli tra cocaina ed eroina. I successivi accertamenti eseguiti sul contenuto degli involucri hanno permesso di appurare che la sostanza sequestrata era costituita, all’interno di 35 ovuli, da cocaina e, nei restanti 77, da eroina.
I narcotrafficanti nigeriani, come emerge anche dall’ultimo rapporto annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell’Interno, si dimostrano, fra le varie etnie straniere, i principali protagonisti del traffico di sostanze stupefacenti, in particolare di eroina. I gruppi criminali nigeriani hanno acquisito un ruolo sempre più rilevante nella gestione del trasferimento di sostanze stupefacenti dai Paesi di produzione, o di transito, verso l'Europa.
Un flusso realizzato secondo direttrici consolidate, che percorrono la via marittima, terrestre o aerea spesso con collaudato metodo dei corrieri ovulatori, anche di altre nazionalità. All'arrivo della droga si registrano sinergie con altri gruppi etnici, per lo sviluppo delle ulteriori fasi del traffico. Spaccio di droga, sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Nata intorno agli anni ’80, la mafia nigeriana affonda le sue radici nei campus africani, dove gruppi prevalentemente formati da studenti di etnia Ibo e Yoruba, quindi con un elevato grado di istruzione, riuscirono a garantirsi la protezione dello Stato e del mondo politico grazie a uno scambio di favori che seguì la crisi del petrolio e il conseguente vacillamento della stabilità interna.
Il “core business” della mafia nigeriana in Italia resta quello degli esordi, ma negli ultimi anni il suo peso specifico è cresciuto esponenzialmente. Al punto che molti investigatori la ritengono oggi l'organizzazione criminale straniera più violenta e pericolosa tra quelle presenti nel nostro Paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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