Ucciso di botte dal patrigno L'assassino si difende in aula "Mi si è spento il cervello..."

Un raptus di follia costato la vita a Giuseppe, di soli 6 anni. In questo modo ha cercato di giustificarsi davanti ai giudici il 25enne accusato di essere l’omicida del piccolo

Ucciso di botte dal patrigno L'assassino si difende in aula "Mi si è spento il cervello..."

Giuseppe è stato ucciso di botte a Cardito, in provincia di Napoli, il 27 gennaio 2019 per mano dell’allora compagno della madre, il 25enne Tony Essobdi Badre. Oggi l’imputato,accusato di essere l’omicida del piccolo, si è difeso davanti ai giudici: “Mi sono messo nel letto per rilassarmi un po'… verso le 8 e qualcosa, sentii che saltavano sul letto. Mi è venuto un raptus di follia, mi si è spento il cervello, e li picchiai… ma non ho mai voluto ammazzarli” ha detto riferendosi ai bambini.

Un raptus di follia

E invece Giuseppe Dorice è morto. La sua vita è stata spezzata dalla violenza dell'ex compagno della madre, Valentina Casa, 30 anni, anche lei sotto processo. Nel corso delle indagini infatti era emerso che anche la mamma dei bambini si trovava nell’abitazione al momento delle violenze e che non era la prima volta che il suo compagno se la prendeva con i bambini. Il piccolo è stato ammazzato a bastonate durante un raptus di violenza durato solo cinque minuti, come asserito dall’imputato, ma letale. A far scattare la scintilla sarebbe stata la vista della struttura del letto rotta. L’uomo si è scagliato sui bambini colpendoli anche con un manico di scopa.

L'interrogatorio durato circa due ore

Il 25enne è stato ascoltato oggi, martedì 20 luglio, nell'aula 114 del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli. L’interrogatorio presso il tribunale di Napoli Nord Sozio è durato oltre due ore, nelle quali il sostituto procuratore ha più volte contestato la testimonianza di Badre. L’uomo ha diverse volte detto al pubblico ministero e ai legali della parte civile di non ricordare cosa è avvenuto il giorno dell’omicidio, né il giorno prima, quando avrebbe picchiato il bambino per strada. Molte le intercettazioni e i messaggi acquisiti dagli inquirenti durante le indagini che vedono il 25enne reo confesso e accusato dell’omicidio volontario del figlio della compagna Giuseppe, del tentato omicidio della sua sorellina e di maltrattamenti nei confronti del bimbo e delle sue due sorelle. Un poliziotto aveva raccontato di aver visto la bambina sfigurata all’ospedale Santobono di Napoli.

I bambini avevano subito diverse volte maltrattamenti da parte del patrigno, e tutto sarebbe documentato in conversazioni e immagini acquisite dai cellulari. Sotto esame i messaggi WhatsApp che il fratello di Tony gli ha mandato in quel tragico giorno di quasi un anno e mezzo fa.

Adesso Badre sembra voler dare la colpa di quanto avvenuto a un momento di pura follia: “Fu un raptus di 5 minuti… mi è venuto in cameretta dopo aver visto la struttura del letto rotta… è come se in quel momento mi si fosse spento il cervello…”.

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