In quel pezzo di terreno fino a poco tempo fa sorgeva la Vela H, simbolo, insieme alle altre strutture a schiera, di un intero quartiere, Scampia, che da anni lotta per smettere di essere una delle più grandi piazze di spaccio di droga d'Europa e per non essere conosciuta nel mondo solo con l’appellativo di “Gomorra”. Da oggi, l’area un tempo degradata ospita la sede distaccata dell'Università Federico II di Napoli e alcuni corsi della facoltà di Medicina. Alla presenza delle autorità civili, religiose e militari locali e nazionali, hanno fatto il loro ingresso nelle aule i primi studenti, circa un centinaio, a cui progressivamente si aggiungeranno gli altri, per arrivare a oltre 800 allievi nel secondo semestre dell’anno accademico.
La soddisfazione del rettore della Federico II
“Oggi è con grande emozione che proclamiamo l'ingresso della comunità di Scampia nella rete della cultura, della formazione universitaria d'eccellenza, della ricerca, dello sviluppo tecnologico, dell'assistenza medica avanzata – ha detto il rettore della Federico II, Matteo Lorito – questo risultato è un orgoglio per Napoli, per la Campania e il Paese. Siamo consapevoli che la presenza dell'università è strumento potente contro il rischio di degrado culturale e sociale per un quartiere che vuole liberarsi da un'immagine negativa, ormai obsoleta, e vuole sentirsi parte viva del contesto metropolitano”.
Il complesso universitario di Scampia
Un'aula magna da 520 posti, 33 aule per accogliere a regime 2.660 studenti, 16 corsi di laurea triennale e 6 di laurea magistrale di Professioni sanitarie, 16 laboratori didattici, 16 ambulatori e stanze di degenza, un parcheggio sotterraneo da 90 posti auto e uno scoperto da 80 posti. Sono solo alcuni dei numeri del complesso dell'Università Federico II di Scampia. L'edificio ha 7 piani di cui uno interrato. Le aule si trovano dal piano interrato e fino al secondo piano. In particolare quelle collocate al secondo piano si caratterizzano per la loro potenziale modularità: possono avere la classica disposizione con sedie allineate o avere posti distribuiti attorno a scrivanie per lavorare in gruppo o per svolgere esercitazioni. Al terzo piano ci saranno i laboratori didattici e per attività di ricerca, che sono in corso di allestimento. Pertanto, al momento, le attività di tirocinio pratico dovranno ancora essere effettuate presso il Policlinico Federico II. Nella sede di Scampia si svolgeranno non solo le lezioni dei corsi, ma anche le sedute di laurea.
L’idea del polo didattico
“L’obiettivo – ha dichiarato Maria Triassi, presidente della scuola di medicina dell'ateneo – è quello di realizzare qui un polo didattico della medicina altamente tecnologico in cui grazie all'impiego di strumenti e attrezzature di ultima generazione si possa offrire ai nostri studenti, i futuri professionisti della sanità, una didattica avanzata e di altissima qualità che consenta un'interconnessione tra la teoria delle lezioni frontali e la pratica nei laboratori”. I primi ambulatori saranno per disturbi nutrizionali, un centro anti diabete e un centro prelievi. Nella piazza, posta al centro dell'edificio, è stato sistemato un albero di ulivo a simboleggiare la pace e la crescita dei giovani e del quartiere.
La reazione delle autorità
Per il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi,“è una università non a Scampia ma per Scampia, perché l'obiettivo è cambiare anche la narrazione, che fino a oggi abbiamo subìto, di un quartiere considerato solamente per la camorra”. La struttura è stata realizzata proprio dal Comune di Napoli, che ne è proprietario, con un progetto costato 51 milioni di euro, finanziato con fondi comunali e con il fondo sviluppo e coesione attraverso un accordo quadro firmato con la Regione Campania. “Parliamoci con onestà, qui la camorra non è scomparsa, abbiamo un forte radicamento di delinquenza organizzata ma sappiamo che la realtà di Scampia è così complessa e ricca che merita di essere descritta in tutti i suoi aspetti". A sottolinearlo è stato il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ha chiamato in causa lo "spirito civico" dimostrato dai residenti. Positivo anche il commento del ministro per l'Università, Maria Cristina Messa. “Questa è un'iniziativa molto importante – ha evidenziato – non solo per la città di Napoli ma come segnale forte di quanto un'istituzione come l'Università può fare per il proprio territorio e per il proprio Paese”.
La protesta dei disoccupati
Nel corso della cerimonia di inaugurazione della nuova università di Scampia c’è stata anche la protesta degli attivisti del comitato Vele, di Cantiere 167 e del movimento disoccupati 7 novembre, i quali hanno esposto uno striscione con lo slogan “Siamo solo sognatori abusivi”.
Si sono registrati anche momenti di tensione quando i senza lavoro hanno urlato: "La gente come noi non molla mai", rivendicando che quello che si è ottenuto a Scampia è anche merito della loro lotta. "Siamo stanchi di aspettare, noi vogliamo lavorare", hanno fatto sapere ai rappresentanti delle istituzioni presenti nel quartiere napoletano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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