Per Francesco Schettino spunta una nuova accusa. Il comandante della Costa Concordia dovrà rispondere anche di omessa comunicazione alle autorità marittime dell'incidente occorsa alla sua nave contro gli scogli del Giglio. L'accusa è stata notificata ieri all'ufficiale insieme agli avvisi di garanzia per sette nuovi indagati.
Francesco Schettino dovrà quindi rispondere anche di non aver comunicato alla Capitaneria la reale gravità della situazione, ritardando l'intervento dei soccorritori. Il comandante è già indagato per omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di incapaci e abbandono della nave.
La Procura di Grosseto ha indagato per cooperazione in omicidio plurimo colposo anche il comandante in seconda Roberto Bosio. È accusato di non aver operato per limitare i danni del naufragio, agendo in vece di Schettino. Indagati con lui anche altri ufficiali in plancia. A quindici minuti dall'urto - dicono gli inquirenti - Schettino e gli ufficiali avevano tutte le informazioni necessarie a valutare la gravità dei danni e sapevano che la nave non era in condizione di restare a galla. Considerato il fatto che al momento dell'urto era in pausa, quindi non in servizio, il vice comandante in seconda Bosio non è accusato di naufragio.
In aggiunta la Procura sostiene anche che il comandante non fosse dotato di strumenti adeguati. "Per la preventiva navigazione sotto costa nelle acque antistanti l’isola del Giglio" la Concordia sarebbe stata dotata di "carte nautiche inadeguate per la scala troppo grande e per il conseguente minor dettaglio nella rappresentazione della costa e dei fondali".
Domani verrà effettuata l'autopsia per il riconoscimento dei corpi ritrovati ieri e recuperati con molta fatica.
I quattro corpi erano finiti in fondo alla tromba dell'ascensore del ponte 4 a causa della violenta corrente, accelerata dall'oscillazione della nave."Sono sconvolto", ha commentato Schettino, dopo aver appreso dal suo legale del ritrovamento di Dayana Arlotti sul relitto della nave da crociera.
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