Nautica & sindaci, non sempre è idillio ma il vento cambia

ViareggioLa nautica è importante per la maggioranza dei sindaci delle località marittime, lacustri e fluviali. Ma non è ancora del tutto prioritaria nelle agende politiche. E perciò c’è ancora molto da fare affinché l’impatto del federalismo sul comparto sia positivo e fruttuoso nel prossimo futuro. È questo il dato che emerge dallo studio Ucina-Ispo «Le amministrazioni locali e la nautica», presentato da Renato Mannheimer nel corso della convention di Viareggio «La nautica: un’epoca di sfide tra nuovi assetti istituzionali e nuovi mercati».
Su un campione politicamente eterogeneo di 68 primi cittadini intervistati, in rappresentanza anche di aree industriali con produzione di scafi o di componentistica, ben il 75% ritiene che la nautica abbia sul proprio territorio effetti molto o abbastanza positivi, dato che sale al 78% se si considerano le ricadute per il turismo o la cantieristica. Tuttavia solo uno su quattro mette la questione in cima ai propri pensieri mentre il 53% la considera importante, ma come tante altre (vedi grafico a sinistra, sopra il titolo).
«Questa ricerca mostra tutte le potenzialità della nautica nel sentiment dei sindaci - spiega Mannheimer - ma c’è bisogno di un’opera di sensibilizzazione per far risalire il tema tra le priorità».
Al medesimo questionario, infatti, ben il 92% dei decisori ha risposto che esistono per il settore possibilità di sviluppo e addirittura il 74% degli intervistati al centro-sud vede all’orizzonte uno sviluppo molto consistente. In particolare tra i bisogni più urgenti vengono individuati i porti e le piccole marine, da costruire, potenziare o ristrutturare, seguiti più genericamente dalle infrastrutture, dalle darsene, dagli approdi e dai posti barca. Per la maggioranza dei sindaci, sensibili miglioramenti potrebbero arrivare dal federalismo i cui benefici sono attesi e auspicati: è diffusa, in dettaglio, la convinzione che sarà possibile incentivare il turismo nautico (59%, con punte del 67% al centro-sud), che si potranno portare avanti iniziative importanti a livello locale sinora impossibili da intraprendere (56%) e che saranno massimizzate le ricadute economiche, per esempio attraverso la valorizzazione dell’indotto (54% che sale al 64% al centro-sud). Ma lo slancio positivo verso il federalismo non si ferma alle intenzioni: il 56% degli amministratori locali pensa già concretamente di poter prendere iniziative, e di questi il 16% ne è addirittura certo (vedi grafico a destra), in un’ottica di sviluppo che si presuppone forte in sette casi su dieci.
La lista dei desideri è lunga e parte dalla realizzazione o dal completamento di un approdo, una darsena o un pontile di cortesia (21% delle preferenze) e dal potenziamento dei porti (identico 21%), per contemplare anche la realizzazione di infrastrutture (18%) e le attività di regolamentazione e progettualità (16%). L’indice di gradimento per le future ricadute sul territorio, insomma, è alto, al 52%, e nel complesso vi è una relativa conoscenza degli strumenti specifici che saranno messi a disposizione, così come pare apprezzato e noto il peso economico del turismo generato dal settore.
Per l’Osservatorio Nautico Nazionale, il diportista ha infatti una propensione a una spesa maggiore del 60% rispetto a quella del turista cittadino.

E se è vero che tre quarti dei sindaci consultati lo sanno, o almeno lo immaginano, non è azzardato auspicare in tutta Italia quel maggior impegno nell’offerta di infrastrutture, servizi e divertimenti di cui il comparto ha necessità per uscire con slancio dalla crisi.

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