Fermata in porto un'altra nave. L'Ong fa la vittima: "È accanimento"

La nave Geo Barents è stata fermata in porto a Carrara per aver ostacolato le operazioni della Guardia costiera libica e messo in pericolo la vita dei migranti

Fermata in porto un'altra nave. L'Ong fa la vittima: "È accanimento"
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Anche per la nave norvegese Geo Barents, della ong Medici senza frontiere, è arrivato il provvedimento di fermo in porto. L'imbarcazione con a bordo 249 migranti è stata assegnata al porto di Carrara ed è lì che è arrivata nella giornata di ieri. Lo sbarco è stato condotto in maniera regolare e le persone a bordo hanno dichiarato di essere di sedicente provenienza della Siria, dello Yemen, dell'Eritrea, del Bangladesh e del Marocco. Dopo lo sbarco, per loro sono stati individuati i centri di accoglienza in Toscana, Piemonte, Lazio, Campania, Basilicata e Puglia. Ma subito dopo il termine delle operazioni, alla nave è stata notificata a decisione di fermo amministrativo a causa delle violazioni al decreto Piantedosi per il soccorso in mare.

Anche per la nave di Medici senza frontiere si tratta di un provvedimento "semplice" per uno stop di 20 giorni e, quindi, per il momento continua a essere solo la nave Sea-Eye ad aver ottenuto il fermo di 60 giorni in ragione della contestazione della recidiva nelle violazioni. Le autorità italiane contestano all'equipaggio della nave Geo Barents di non aver rispettato le istruzioni fornite dalla Guardia costiera libica durante l'operazione di recupero di sabato e, quindi, di aver messo in pericolo la vita delle persone soccorse. Quello notificato alla nave norvegese è il 20esimo fermo per un'imbarcazione Ong dallo scorso gennaio 2023, quando il decreto Piantedosi è diventato pienamente operativo.

Ovviamente, com'è ormai prassi, l'organizzazione non governativa ha annunciato che farà ricorso per ottenere la sospensione del provvedimento, sulla scia dei risultati ottenuti da altri due equipaggi. Ocean Viking e Humanity1 sono state "liberate" dai giudici di Brindisi e di Crotone con provvedimenti sospensivi in attesa di una sentenza definitiva. Il tribunale pugliese ha già svolto il passaggio in aula ma ancora non sono state comunicate le decisioni, mentre il tribunale di Crotone ha fissato l'udienza per il prossimo 17 aprile.

"La Guardia costiera libica, finanziata dall’Italia e dalla Ue, mette in pericolo la vita delle persone in mare e cerca di fermare le operazioni di salvataggio della società civile. Vediamo un accanimento contro le Ong", è la versione dell'equipaggio della nave in un comunicato con il quale ribalta gli eventi e imputa ogni responsabilità ai libici.

"Si vuole fermare chi, al contrario degli Stati costieri, cerca di garantire la vita delle persone in mare e cerca di garantire missioni di ricerca e soccorso, tra l'altro testimoniando la costante e deliberata violazione del diritto internazionale e di quegli stessi trattati che anche l'Italia ha firmato", conclude la Ong.

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