I punti chiave
Adamo Dionisi, noto al grande pubblico per il ruolo del boss Manfredi Anacleti nella serie “Suburra”, è scomparso all’età di 59 anni a causa di una malattia scoperta di recente. L’attore si è spento all’ospedale Fatebenefratelli di Roma, città in cui era nato il 30 settembre 1964. La sua carriera, segnata anche da esperienze difficili come il carcere, si era recentemente arricchita di una delle sue ultime apparizioni nel film “Enea” di Pietro Castellitto. La notizia arriva durante i giorni della Festa del Cinema di Roma, gettando ombra su un evento festivo per il mondo dello spettacolo.
La carriera
Dionisi, attore e sceneggiatore, noto anche per il suo passato come capo ultrà della Lazio, è deceduto recentemente a causa di una malattia. La sua carriera cinematografica inizia nel 2008, ma raggiunge la fama nel 2015 con il ruolo del boss Manfredi Anacleti nel film Suburra, diretto da Stefano Sollima. Questo personaggio, uno degli antagonisti principali della pellicola, lo porta a riprendere lo stesso ruolo nella serie Netflix Suburra, lanciata nel 2017. Nel 2018 Dionisi ha partecipato al film Dogman di Matteo Garrone, mentre nel 2023 è stato nel cast di Enea, film diretto da Pietro Castellitto.
Il cordoglio
Tanti i messaggi di cordoglio sui social tra cui quello del regista Francesco Bruni che ricorda Dionisi con un post su Facebook: "Stavamo provando - scrive Bruni - una scena di 'Sciallà (un momento poi non montato) e gli dissi: 'Allora, Adamo, Bentivoglio tira fuori il cellulare per chiamare la polizia e tu glielo togli di mano e lo intaschì". E lui: "'Il mio personaggio non farebbe così. Prova a telefonarè. Tiro fuori il cellulare, provo a fare un numero e lui mi molla una 'pezzà sulla mano che fa volare il telefono a cinque metri di distanza. Lo guardo, mi guarda con questa faccia qua. Gli dico: 'Hai ragione, facciamo così'". E ancora lui: "'Bene. Se il cellulare è rotto, ovviamente te lo ripagò. Non era rotto. Riposa in pace, Adamo Dionisi".
I guai giudiziari
L’ex capo degli Irriducibili della Lazio, Dionisi, fu arrestato nel 2001 dalla Digos per una vicenda legata alla droga e scontò la sua pena nel carcere di Rebibbia, dove partecipò a vari progetti teatrali.
Anni dopo, il 7 dicembre 2017, fu nuovamente arrestato: mentre era in vacanza a Viterbo, aggredì l’ex fidanzata, danneggiò una stanza d’albergo e oppose resistenza alle forze dell’ordine. Processato immediatamente, si scusò successivamente e promise di risarcire l’hotel danneggiato.
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