Agente in gravidanza assegnata a servizio armato: la protesta del sindacato

Il sindacato Osapp denuncia una violazione nell'impiego di un'agente in gravidanza in un presidio armato presso il carcere minorile di Torino

Agente in gravidanza assegnata a servizio armato: la protesta del sindacato
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Un caso spinoso agita il carcere minorile Ferrante-Aporti di Torino. L'organizzazione sindacale della Polizia penitenziaria Osapp ha denunciato una violazione nei confronti di un'agente in stato di gravidanza. La legge italiana prevede disposizioni particolarmente stringenti per tutte le donne in servizio attivo presso agli organi di polizia che, quindi, maneggiano armi. L'articolo 9 della legge 151/2001 impone che "durante la gravidanza è vietato adibire al lavoro operativo le appartenenti alla Polizia di Stato". Il che significa che gli agenti, dal momento in cui comunicano lo stato interessante, non possono più svolgere servizio che prevede l'impiego di armi e che metta a repentaglio la propria incolumità. Si tratta di una norma studiata per tutelare la gravidanza della donna e impedire qualunque tipo di problema che potrebbe insorgere, compromettendone il buon esito. Pertanto, in quel periodo, le donne in servizio presso la Polizia di Stato, la Polizia penitenziaria e la Polizia locale devono essere assegnate a servizi amministrativi.

In questo contesto si inserisce la segnalazione di un'agente in servizio presso il carcere minorile di Torino, che ha denunciato al sindacato di essere stata assegnata al servizio di portineria della struttura lo scorso 3 dicembre, in un momento successivo alla comunicazione di gravidanza in atto, avvenuta il 29 novembre. L'Osapp sottolinea in una sua comunicazione che "il posto di servizio di addetto alla portineria del carcere è un presidio armato dove transitano anche i detenuti così come sarebbe avvenuto in quel turno". Il che obbliga a "indossare cinturone ed arma d’ordinanza". A una nota dell'organizzazione sindacale, chiedeva delucidazioni alla direzione in merito alla segnalazione, la stessa ha replicato che questa "risulta essere infondata, non essendo mai stata impiegata la dipendente, successivamente alla comunicazione dello stato di gravidanza, in posti di servizio incompatibili con tale stato".

Una dichiarazione, quella della direzione, che sarebbe stata effettuata anche in ragione della valutazione espressa dal medico competente lo scorso 2 dicembre che, però, il sindacato sostiene, non l'abbia "nemmeno visitata". Anche per tali ragioni, il sindacato ha annunciato la richiesta di intervento da parte dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Torino e del V.I.S.A.G. di Torino.

"È sconcertante e scandaloso che l'amministrazione abbia messo a serio rischio la salute della poliziotta non impartendo le necessarie direttive ed impiegandola in un servizio da cui avrebbe dovuto essere esentata", ha dichiarato Leo Beneduci, segretario generale dell'Osapp, che denuncia "l'evidente rischio per l'andamento della gravidanza"

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