"Annullata la manifestazione a Roma". Dietrofront degli agricoltori

Per il momento, gli agricoltori rinunciano alla grande manifestazione di Roma ma restano sul piede di guerra e chiedono un incontro al governo

"Annullata la manifestazione a Roma". Dietrofront degli agricoltori
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Niente manifestazione a Roma per i trattori. "Tutti i portavoce del Coordinamento Nazionale Riscatto Agricolo, Roberto Congia, Salvatore Fais, Andrea Papa e Maurizio Sanigagliesi, in riferimento alla manifestazione ipotizzata il 9 febbraio a Roma, comunicano che, a seguito delle valutazioni emerse ai presidi, si ritiene di non procedere con la manifestazione in programma", si legge nella nota. Nella Capitale solamente 10 trattori in rappresentanza della protesta verranno portati in piazza San Giovanni per sottolineare come, comunque, la protesta non sia finita.

"Tutti i manifestanti con i loro mezzi agricoli resteranno a sensibilizzare l’opinione pubblica, rimanendo ai presidi, il tutto per non incrinare ulteriormente il grande appoggio sino ad oggi avuto da tutti i cittadini italiani che, già da molti giorni, stanno sostenendo e incitando la resistenza degli agricoltori", si legge ancora nella nota. Un sostegno che sta trovando terreno fertile nonostante gli inevitabili disagi causati dai blocchi stradali e dai rallentamenti dovuti alla presenza dei trattori sulle strade e autostrade italiane. "Si resta in attesa di un incontro urgente con il Governo, il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste on. Francesco Lollobrigida e il presidente del Consiglio on. Giorgia Meloni, come da richiesta già avanzata tramite la Prefettura e la Questura di Roma", prosegue il comunicato degli agricoltori.

Tuttavia, è l'avvertimento dei portavoce del movimento, "nei prossimi giorni verranno valutate nuove e importanti manifestazioni". Ma il fronte degli agricoltori è spaccato. Riscatto Agricolo, da lunedì, ha chiamato a raccolta i suoi trattori su quello che sembra essere un "Colle dell'Aventino" sulla Nomentana dove continuano ancora ad arrivare mezzi. A loro era stata inizialmente rilasciata dalla questura l'autorizzazione a manifestare in piazza San Giovanni con soli dieci trattori ma consentendo a 1.500 persone di accorrere in presidio. Ma viste le limitazioni, si è preferito annullare. Tuttavia, la decisione non ha trovato l'appoggio del Cra, l'altra organizzazione che sostiene la protesta, che sostiene la necessità di "aspettare l'arrivo di tutti gli agricoltori che devono venire da fuori. Pensiamo di essere pronti non prima di lunedì quando decideremo la data della manifestazione che, a quel punto, potrà essere definita veramente nazionale", ha spiegato Sandro Sacavazza, uno dei coordinatori di Cra.

Scavazza, inoltre, afferma anche che "è impensabile farla con i trattori in centro a Roma. Saremo migliaia ma va fatta a piedi e con una sola rappresentanza di mezzi agricoli". Tra le richieste avanzate dal Cra c'è "l'azzeramento dei patti stipulati con produttori agricoli stranieri. Chi porta merce in Italia deve avere i nostri stessi diritti ma anche i nostri stessi doveri. Fatto questo, noi agricoltori e allevatori italiani non avremo bisogno di alcun sussidio".

La piazza al momento resta in fermento ma, a quanto emerge, manca una leadership unica. I presidi nelle altre province del Lazio, così come le altre regioni, si dividono tra il gruppo di Nomentana e quello del Cra.

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