Due milioni di euro. È questo il bottino della rapina effettuata nel magazzino Dhl di Monticelli d’Ongina, in provincia di Piacenza, dove i malviventi hanno fatto irruzione all'interno della struttura con modalità d'assalto paramilitari. Erano almeno in 15, suddivisi in 3 squadre per agire con la maggior efficienza possibile e hanno utilizzato chiodi e mazze, ma anche il fuoco e gli stessi camion dell'azienda per condurre l'assalto, non prima di aver immobilizzato le guardie giurate.
L'assalto era evidentemente stato studiato e progettato nei minimi dettagli, quindi si tratta di un'azione pianificata da tempo che non avrebbe avuto possibilità di riuscita se fosse stata improvvisata. Anche le vie di fuga sono state studiate con precisione, come dimostra il fatto che i responsabili siano ancora ignoti. Le vie d'accesso al magazzino sono state preventivamente cosparse di chiodi a tre punte, in modo tale da rallentare eventuali interventi rapidi dalle forze dell'ordine in caso di allarme. Una precauzione frequente per assalti di questo tipo, che è stata accompagnata dall'incendio di alcune auto precedentemente rubate. Fumo e fiamme, insieme ai chiodi, hanno reso impossibile l'avvicinamento dall'ingresso principale per gli agenti. Le guardie giurate erano l'unico presidio del magazzino, senza possibilità di ottenere rinforzi, motivo per il quale, essendo solamente due non è stato diffiicile per il commando procedere con la loro neutralizzazione.
Dopo aver sfondato la sbarra d'ingresso del centro di logistica, armati di fucili d'assalto, hanno puntato alle guardie giurate poste a presidio e con un'azione fulminea, durata appena qualche minuto, sono riusciti a sottrarre i colli contenenti il materiale elettronico destinato alle spedizioni. Smartphone, tablet, computer e quant'altro, per un valore complessivo di oltre 2milioni di euro. Ragionando sul dispendio di mezzi e forze per eseguire l'assalto, si può parlare del massimo impegno per il minimo risultato e forse anche loro stessi speravano di riuscire a portar via qualcosa di più.
Ma il tempo a disposizione, per fortuna, è stato molto poco e hanno dovuto fare in fretta per poi prendere la via di uscita in direzione Cremona, da cui poi scappare agevolmente, probabilmente verso nord, presumibilmente il Veneto, per trovare la via d'uscita più rapida verso il confine. I carabinieri stanno analizzando i filmati delle telecamere e ascoltando i racconti dei testimoni per raccogliere elementi utili a individuare i responsabili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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