Coraggio, audacia e lealtà: viaggio tra i futuri ufficiali dell'esercito

Reportage dall’Accademia militare di Modena. Il generale Davide Scalabrin: "Solo con l’esempio, nostro e degli ufficiali del passato, riusciamo a trasmettere quei valori che da sempre l’accademia insegna a chi frequenta questo istituto"

Coraggio, audacia e lealtà: viaggio tra i futuri ufficiali dell'esercito
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Il credo dell’accademia militare di Modena è tutto là, in quella lapide posta all’ingresso del palazzo ducale che la ospita: “Divorare le lagrime in silenzio, donare sangue e vita. Questa è la nostra legge e in questa legge è Dio”. È davanti a queste parole che si fermano i futuri ufficiali prima di iniziare il loro percorso in accademia. Ed è a queste parole - raccontano anche dopo decenni all’interno dell'esercito - che ripenseranno in più di un’occasione durante la loro vita. Perché a tutti capitano momenti in cui lasciare sembra l’unica opzione possibile. Perché a tutti capita di abbandonarsi allo sconforto e alla disperazione. Ed è in questi momenti che servono esempi e parole valide alle quali affidarsi per riprendere forza.

E in questo la formazione che viene fornita all’interno dell’Accademia è centrale. Non a caso, in occasione del 163esimo anniversario della fondazione dell’Esercito italiano, il capo di Stato maggiore dell’esercito, il generale Carmine Masiello, ha insistito più volte sui valori che devono essere proposti ai nostri militari, siano essi ufficiali o soldati semplici.

La vita all’interno dell’Accademia è scandita da ritmi e attività precise. Si corre da una parte all’altra perché così è richiesto. “I valori che sono l’oggetto del nostro confronto durante le lezioni di etica in aula magna devono diventare i valori fondanti del prosieguo della loro vita militare”, ci spiega il colonnello Elio Manes. “E questo vale sia per loro sia per noi comandanti”. Quei valori e quegli esempi diventano per gli allievi una sorta di “coppio”, prosegue Manes, un compagno che sarà sempre con te.

Una visione portata avanti dal generale Davide Scalabrin, che, mentre camminiamo nel corridoio in cui sono raccolte le medaglie d’oro che sono passate dall’Accademia, afferma: “Questa è la casa dei valori. Il nostro scopo non è solo quello di trasferire delle competenze, ma far crescere delle persone. E la bussola sono quei valori etico-morali che le guideranno nella loro carriera". E questi sono scritti su una parete del salone che ospita i luoghi in cui l’esercito italiano ha trionfato: esempio, lealtà, fierezza, orgoglio, fede, impeto, tenacia, osare, fermezza, valore. E ancora: onore, volontà, dignità, fedeltà, audacia, coraggio, certezza, dovere, carattere, saldezza.

Che non restano parole vuote, ma si incarnano in esempi di vita vera. Vissuta. E, spesso, sacrificata: “È il modo migliore - prosegue il generale Scalabrin - Solo in questo modo riusciamo a trasmettere quei valori che da sempre l’accademia insegna a chi frequenta questo istituto”.

Tutto quello che viene fatto e appreso qui in funzione di ciò che sarà.

“Non so cosa si aspetteranno da me i miei futuri soldati - racconta un allievo - Ma so che cercheranno dei valori, una persona retta e dei sani principi. E questo è il luogo più adatto. Non è un caso che ogni corso abbia il nome di un valore. Il mio è volontà: un domani penserò a questo termine ogni volta che avrò dei problemi”.

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