"Corruzione dal Qatar". Indagini su 4 italiani, fermato ex eurodeputato dem 

L'ex europarlamentare Antonio Panzeri e il segretario generale dell'Ituc sarebbero stati fermati. Al centro delle indagini le possibili infiltrazioni nell'Eurocamera. Faro sul ruolo degli assistenti parlamentari

"Corruzione dal Qatar". Indagini su 4 italiani, fermato ex eurodeputato dem 

Nel pieno corso dei Mondiali di calcio piomba un'importante operazione della polizia belga relativa a un caso presunto di corruzione e riciclaggio di denaro che riguarderebbe il Qatar. La notizia è stata diffusa sul sito del quotidiano belga Le Soir, secondo cui sarebbero stati fermati Antonio Panzeri e Luca Visentini (rispettivamente ex europarlamentare del Partito democratico e segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati), sotto presunzione della loro innocenza. L'indagine avrebbe interessato anche un direttore di una Ong e un assistente parlamentare europeo.

L'indagine per corruzione e riciclaggio

La polizia giudiziaria federale avrebbe effettuato 16 perquisizioni in diversi comuni di Bruxelles (in particolare a Ixelles, Schaerbeek, Crainhem, Forest e Brussels-City). "Queste perquisizioni sono state effettuate nell'ambito di un'ampia indagine per presunti atti di organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio di denaro", viene fatto sapere dall'ufficio del procuratore federale. Sarebbero stati sequestrati cira 600mila euro in contanti.

Stando alle informazioni raccolte dagli inquirenti, il sospetto è che un Paese del Golfo abbia tentato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo. Le Soir ha riferito che il Paese in questione sarebbe il Qatar, dove si stanno appunto svolgendo i Mondiali di calcio. La Procura non menziona esplicitamente il Qatar, ma diverse fonti citate anche dal settimanale Knack sostengono che al centro delle indagini ci sia Doha.

Le modalità

L'inchiesta sarebbe stata aperta a metà luglio 2022 e avrebbe messo nel mirino una presunta organizzazione criminale "infiltrata nel cuore del Parlamento europeo e sospettata di ingerenza nella politica del sindacato e corruzione dal Qatar". Sotto la lente di ingrandimento sono finite le modalità d'azione, che riguarderebbero il pagamento di "ingenti somme di denaro" o l'offerta di "doni significativi a terzi che rivestono una posizione politica e/o strategica significativa all'interno del Parlamento europeo".

Dalla procura federale aggiungono che l'operazione "era rivolta in particolare agli assistenti parlamentari europei". Per le indagini potrebbero essere analizzati in particolar modo i telefoni e le apparecchiature informatiche. "L'Ituc è a conoscenza dei resoconti dei media relativi ad accuse che riguardano identità associate al Parlamento europeo. L'Ituc non ha ulteriori commenti su questo problema al momento, in attesa di ulteriori informazioni", si legge sul sito della Confederazione internazionale dei sindacati.

Le reazioni politiche

Non sono tardate ad arrivare le reazioni da parte del mondo della politica. Il gruppo del Partito popolare europeo (Ppe) si è detto "sotto choc per l'indagine in corso da parte delle autorità belghe su possibili casi di corruzione nel Parlamento Europeo" e ha affermato che "non bisogna lasciare nulla di intentato, non c'è posto per la corruzione nell'Ue".

Dura la presa di posizione di Marco Campomenosi, capogruppo della Lega al Parlamento europeo: "Chissà se sarà vero e chissà come finirà l'inchiesta, ma qualcuno a sinistra dovrà spiegare perché avrebbe tenuto 500.000 euro in contanti a casa. Questi sarebbero quelli che volevano limitare l'uso del contante, giusto?".

A stretto giro si è esposto anche il Movimento 5 Stelle: la delegazione grillina al Parlamento europeo ha annotato che "le notizie sulle presunte mazzette e regali da parte del Qatar per influenzare le decisioni del Parlamento europeo sono

gravissime e inquietanti". L'auspicio del M5S è che "venga fatta piena luce" sul presunto coinvolgimento di alcuni dipendenti del Pe "e su quello di esponenti politici e sindacalisti italiani".

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