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"Così restano qui". Il vademecum degli antagonisti per sabotare i rimpatri dei clandestini

I centri sociali consigliano di restare in piedi sull'aereo ed evitare la partenza se c'è a bordo qualche clandestino che viene riaccompagnato nel suo Paese. Rovinando il volo anche agli altri passeggeri

"Così restano qui". Il vademecum degli antagonisti per sabotare i rimpatri dei clandestini
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Tra le pieghe degli antagonisti di sinistra si muove un nuovo flusso di disobbedienza che potrebbe arrecare non pochi problemi al sistema dei rimpatri ma anche ai comuni cittadini. Sta avanzando un fronte, per ora molto sparuto, di organizzazioni che sono pronte a sabotare i rimpatri via aereo dei cittadini, irregolari sul suolo europeo, che non hanno alcun diritto di permanenza. Qualche avvisaglia si è avuta già nei mesi scorsi, quando un gruppetto di antagonisti dei centri sociali ha fatto irruzione all'aeroporto di Milano Malpensa per tentare di bloccare il decollo di un volo diretto in Marocco con a bordo un soggetto pluri-pregiudicato per diversi reati, tra i quali anche la violenza sessuale.

Tentativo fallito in quell'occasione, visto che il soggetto da loro intercettato non era quello che cercavano che, mentre loro bloccavano la pista di Malpensa, decollava da Bologna. Ma sembra che dalle parti dell'antagonismo militante si stia provando una nuova strada, che prevede di bloccare l'aereo dall'interno. Una soluzione audace, che richiede una rete di persone molto ampia ma, soprattutto, disposte a essere inserite nella lista nera delle compagnie aeree, rischiando di non poter più volare. L'idea nasce da un rimpatrio forzato in partenza da Parigi verso il Marocco. "Come in tanti altri casi, l’espulsione è stata evitata grazie all’opposizione coraggiosa della persona trattenuta che, nonostante l’ingente quantità di guardie a bloccare e silenziare, è riuscita a dimenarsi e ad opporsi a quello che stava accadendo, al punto di rendere impossibile, di fronte a tanti occhi puntati, il suo trattenimento nell’aereo", si legge su una pagina legata ai movimenti no-border, no-Cpr, no-galere e no-tutto di Torino.

Quell'aereo, alla fine, è partito con due ore di ritardo e senza il rimpatriato. "Un aereo non può decollare se ogni passeggero non è seduto con le cinture di sicurezza allacciate. Un modo per ritardare la partenza, chiedendo lo sbarco della persona in stato di trattenimento coatto, è rimanendo in piedi nell’aeromobile, impedendo così la partenza fino all’ottenimento della richiesta di discesa", dichiarano dal gruppo antagonista, secondo il quale i poliziotti che accompagnano i rimpatriati sono "brutti ceffi". Una narrazione completamente distorta e alterata della realtà, che sta facendo proseliti soprattutto tra i giovani. Chi dovesse agire in questo modo rischia l'arresto per interruzione di pubblico servizio, l'inserimento in black-list con la compagnia aerea e un processo.

"Opporsi alla deportazione è possibile", scrivono, nel tentativo di fare proselitismo. Intanto ogni volo che dovesse avere a bordo un soggetto da rimpatriare ora rischia di essere ritardato o, peggio, cancellato.

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