Crisi in Sudan, rientrato in Italia il primo gruppo di connazionali: "Lavoro eccezionale"

Atterrato a Ciampino il primo volo con i nostri connazionali rientrati dal Sudan, un altro volo è atteso per la notte. Le parole del ministro Crosetto: "Operazione complessa e rischiosa"

Crisi in Sudan, rientrato in Italia il primo gruppo di connazionali: "Lavoro eccezionale"

Sono da poco rientrati in Italia i nostri connazionali evacuati dal Sudan. La situazione politica e sociale dello Stato arabo-africano, che si sta sempre più aggravando in queste ore, ha spinto il governo italiano a organizzare una complessa operazione di recupero, così da mettere in salvo i cittadini del Belpaese presenti sul territorio.

Una missione complessa e rischiosa

Mettere in salvo i nostri connazionali non è stato facile, né privo di rischi. Il governo non ha abbandonato i cittadini presenti in Sudan, attivandosi subito per dei veloci rientri in patria. Nel corso della serata di oggi, lunedì 24 aprile, è atterrato un primo gruppo proveniente da Gibuti. Il KC-767 dell'Aeronautica Militare è atterrato intorno alle ore 20:25 all'aeroporto militare di Ciampino. Insieme ai civili, anche i militari della Joint Evacuation Task Force (JETF), fra cui si trovavano anche le Forze speciali incaricate di gestire le operazioni di evacuazione dal Sudan. In totale, dunque, sono 96 le persone arrivate: 83 italiani e 13 stranieri.

Un secondo aereo dovrebbe arrivare in nottata (si prevede fra le 23 e le 24). Si tratta di un C-130, che trasporta a bordo solo civili. Ad attendere il gruppo rientrato dal Sudan, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il generale Francesco Figliuolo e il ministro della Difesa Guido Crosetto. Alcune delle persone, subito dopo essere scese dall'aereo, hanno salutato verso le telecamere dei giornalisti e fatto cenni di "Ok". "Tutto bene, stiamo bene", ha dichiarato qualcuno.

Le parole del ministro Crosetto

Ricordando quanto complessa e rischiosa sia stata l'operazione di evacuazione, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha assicurato che tutti i civili italiani sono stati tratti in salvo. "Per fortuna c'è un sistema testato che non dipende dal governo ma dallo Stato, partendo dal Comando operativo di vertice interforze (Covi) che coordina tutte le forze armate della difesa", ha spiegato Crosetto, precisando che l'operazione ha coinvolto "tre aerei C-130 e 36 persone dell'Aeronautica militare. A fianco a loro 29 elementi dei gruppi speciali e poi il personale dell'Aisi e dei Carabinieri che erano già presenti".

"Più persone che insieme hanno coordinato il lavoro insieme ad altri Paesi alleati e hanno consentito di evacuare 97 cittadini italiani", ha aggiunto il ministro, il quale ha poi riferito che 10 suore hanno deciso di restare in Sudan per portare avanti la loro missione. Tutte le risorse disponibili sono state impiegate dalla Difesa, ha poi sottolineato il ministro. "Le Forze Armate italiane hanno svolto un eccezionale lavoro. L'Italia è fiera di voi", ha concluso.

L'intervento di Tajani

Presente a Ciampino per accogliere gli italiani evacuati, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani si è detto felice e orgoglioso di essere presente al rientro dei connazionali. "Operatori umanitari, diplomatici e militari che con impegno e dedizione ancora una volta hanno fatto onore all'Italia. Grazie all'Unità di crisi, al ministero della Difesa e a Palazzo Chigi", ha dichiarato, come riportato da Ansa.

Tornato anche l'ambasciatore italiano

Rientrato in Italia anche l'ambasciatore italiano a Khartoum Michele Tommasi, che ha spiegato quanto sia grave la situazione in Sudan. L'ambasciatore si è complimentato con la Farnesina e con tutti gli autori dell'operazione.

"Siamo un po' stanchi, ma è andato tutto bene", sono state le sue prime parole una volta atterrato a Ciampino. "Momenti delicati sono stati tanti, il transito verso l'aeroporto dalla zona sotto l'occupazione dei paramilitari alla zona controllata dalle forze armate regolari è stato delicato.

Trasmettevo continuamente ai nostri connazionali l'espressione di solidarietà di Tajani per rassicurarli. Se ho avuto paura? Mi fido della struttura che ho alle spalle", ha affermato. "La situazione che abbiamo lasciato in Sudan è critica. So che ci sono state delle riprese di combattimenti".

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