Cutro, i Ros arrestano due scafisti. L'ombra della 'ndrangheta

Caccia all'organizzazione di egiziani che fece sbarcare 487 migranti dalla Libia pochi giorni dopo la tragedia di Steccato di Cutro costata la vita a 94 persone. Gli interessi della cosca Grande Aracri sul business dell'accoglienza

Cutro, i Ros arrestano due scafisti. L'ombra della 'ndrangheta
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Chi c’è dietro la gang di egiziani che organizzava gli sbarchi clandestini sulle coste di Steccato di Cutro? Ieri in un’operazione dei Ros con il supporto del Comando provinciale di Frosinone sono stati arrestati due immigrati di nazionalità egiziana ritenuti membri dell’associazione per delinquere finalizzata a procurare l’ingresso illegale di 487 migranti stranieri in territorio italiano del 10 marzo 2023, pochissimi giorni dopo la tragedia di Steccato di Cutro del 26 febbraio 2023, costata la vita a 94 clandestini e per cui sono alla sbarra sei ufficiali di Gdf e Guardia Costiera che la sinistra ha già condannato.

Della banda farebbero parte altri sei egiziani arrestati l’11 ottobre scorso, quando l’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro riuscì a ricostruire chi aveva organizzato l’arrivo dalla Libia sulle coste crotonesi di quasi 500 persone tra cui 370 pakistani, 85 egiziani e gli altri provenienti da Siria e Afghanistan su un peschereccio arrugginito di 20 metri, partito da Tobruk in Libia. «Un’altra tragedia mancata di poco», dissero allora gli investigatori. La rotta è completamente diversa dal barchino Summer Love proveniente invece dalla Turchia e naufragato a Cutro.

Gli egiziani sfuggiti al blitz si erano nascosti tra Lazio, Puglia e Liguria, protetti dalla stessa rete criminale che gestisce i viaggi della speranza nel Mediterraneo. La carretta del mare affollata di disperati venne intercettata dalle motovedette della Guardia costiera a 70 miglia dalle coste italiane, alcuni scafisti si erano nascosti in mezzo ai migranti per far perdere le proprie tracce una volta scesi a terra ma sono stati incastrati dalle testimonianze dei loro passeggeri.

A Cutro comanda la ’ndrangheta del clan guidato da Nicolino Grande Aracri, già condannato per le infiltrazioni mafiose a Reggio Emilia e nella regione rossa per eccellenza.

Qualche anno fa, in un’indagine della Finanza, si scoprì che le cosche si erano mosse per condizionare la politica locale ad autorizzare un centro profughi, ipotesi confermata da altre indagini sfociate nell’infiltrazione delle cosche nel Cara di Isola Capo Rizzuto e in un importante istituto bancario, poi commissariato. È possibile che la ’ndrangheta fosse in combutta con gli scafisti provenienti dalla Libia e dalla Turchia per lucrare sul business dell’accoglienza? Domande a cui dovrà dare risposta l’indagine.

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