Discoteca, ballare ma non guardare: la sala vietata ai quarantenni

La discoteca Odissea, in provincia di Treviso, ha precluso l’accesso della sala "Anima" agli over 40, riservandola ai ventenni perché le ragazze si sono lamentate degli adulti che le osservano ballare

Discoteca, ballare ma non guardare: la sala vietata ai quarantenni
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2024, Odissea nell’ospizio? Nell’ospizio ci dovrebbero andare gli over quaranta, secondo decisioni prese dalla discoteca Odissea in provincia di Treviso che ha precluso l’accesso della sala Anima ai quarantenni, riservandola ai soli ventenni. La ragione? Le ragazze si sono lamentate sui social degli adulti che le osservano mettendole a disagio. In altre parole i quarantenni sono dei guardoni, tutti, indistintamente. Che fa un po’ strano anche a pensare a quella retorica giovanilista di molte donne, su cui si sono scritti molti libri, secondo cui la vita inizia a quarant’anni, e poi a cinquanta, e poi a sessanta, e poi a settanta, ma poi quando non le senti più mi sa che sono morte. Intanto a quaranta non poi andare tra i giovani, ma forse è una cosa che vale solo per i maschi: dal #metoo in poi essere maschi, bianchi e etero è una colpa. Che poi ci siano stati in questa Odissea dei veri malintenzionati in passato è un altro discorso, ma l’età c’entra poco, mentre la generalizzazione sa di discriminazione, di old shaming (ammesso si sia vecchi a quarant’anni, forse sì, ma solo gli uomini).

Il problema è che mica è un caso isolato. Nel Regno Unito adulti maschi sono stati sottoposti a un interrogatorio dallo staff dell’Engine Sheld dove si esibiva la band delle Last Dinner Party, tutta composta da ragazze, i maschi stiano alla larga. A proposito mi viene in mente un altro fenomeno social del momento tutto nostro, le Eterobasiche, quasi trecentomila follower su Instagram e anche un romanzo pubblicato da Einaudi Stile Libero, titolo: Romanzo di un maschio (sì, pure un libro gli hanno pubblicato, sebbene sia evidente non ne abbiano mai aperto uno, però hanno i follower, raga). Già, perché la voce maschile, nel mondo neofemminista antimaschile (e anche un po’ sessuofobico), si può usare, purché sia scritta da una donna e il maschio sia ridotto a una macchietta.

Se guardate i video sul loro account sembrano due rintronate, le parodie del maschio sembrano quelle dei paninari degli anni Ottanta, dei film di Carlo Verdone.

Non un dottorando un fisica, non un letterato, non uno che magari pensi chissà, potrebbe essere un nuovo Steve Jobs, piuttosto tutti «amo’ dove annnamo a cena?», e ti viene da chiederti: se quelli sono i maschi visti dalle ragazze, chi cavolo frequentano, dove li trovano? Forse sono ridotte così perché sono gli unici in grado di sopportarle. Forse è anche per questo che è meglio chiudere le sale delle discoteche e che stiano tra di loro.

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