La Folgore mai vista: viaggio nel reggimento logistico

Si parla poco di logistica, eppure è fondamentale per garantire l’operabilità delle forze armate

La Folgore mai vista: viaggio nel reggimento logistico

Il generale americano Omar Bradley, uno degli artefici della strategia che ha portato alla fine del nazismo, diceva: “I dilettanti discutono di strategia, i professionisti parlano di logistica”. Perché c’è un mondo, dietro le prime linee, che è fondamentale per ogni azione bellica. È per questo che esistono i Reggimenti Logistici, ovvero le unità a sostegno dell’Esercito italiano che hanno il compito di pianificare, organizzare e condurre le attività di trasporto, rifornimento e mantenimento in efficienza di mezzi e materiali a favore delle unità da combattimento delle Brigate.

Un esempio di queste unità è quello della Folgore, che ha sede a Pisa, e che è uno dei nove Reparti della componente operativa terrestre deputati a schierare in operazione un Brigade Support Group (BSG), denominazione Nato che identifica le unità che hanno il compito di sostenere una Brigata durante un’operazione. Chi entra in questo reggimento segue la classica formazione da paracadutista militare che caratterizza tutto il personale della Brigata paracadutisti Folgore: addestramento continuo, quindi, e progressivo che ha lo scopo di garantire un impiego ottimale, sicuro e consapevole, anche in situazione di stress e di elevata difficoltà operativa e ambientale dei militari. Ma non solo. Nell’addestramento c’è grande attenzione per l’impiego delle armi e degli equipaggiamenti, la capacità di navigazione terrestre e l’abilitazione all’aviolancio con paracadute ad apertura automatica per assicurare al personale la padronanza delle tecniche di combattimento individuale e il raggiungimento di una formazione standardizzata per tutti i paracadutisti militari (quelli che, in gergo, sono i livelli minimi di capacità operativa - LMCO). In aggiunta, i logisti della Folgore, oltre a mantenere un elevato livello di preparazione mediante lo svolgimento di costanti attività di condizionamento fisico e tecnico militare (tra cui nuoto operativo, pattuglie appiedate e addestramento al tiro con armi individuali e di reparto), nell’ambito della progressione addestrativa del Reggimento Logistico Folgore svolgono esercitazioni per consolidare la capacità di condurre un movimento motorizzato in ambiente ostile, migliorando la mobilità su veicoli tattici anche in condizioni di scarsa visibilità e su terreno accidentato ed incrementando la capacità di reagire automaticamente a molteplici contingenze, finalizzate ad acquisire la capacità di sincronizzare la manovra logistica in operazioni warfighting, sfruttando la partecipazione ad attività addestrative di rilevanza internazionale (come le esercitazioni Mangusta e Saber Junction).

“Si tratta – spiega al Giornale il Comandante di Reggimento, il Colonnello Giuliano Bilotta – di individuare il giusto bilanciamento tra addestramento, valori e tecnologia per armonizzare da un lato le doti del paracadutista militare, in grado di rispondere all’indeterminatezza degli attuali ambienti operativi di confronto, e dall’altro le competenze del logista, in grado di sfruttare le capacità fornite dai sistemi in dotazione all’Esercito, sempre più avanzati tecnologicamente, migliorando l’efficienza complessiva e la sicurezza del personale. Per raggiungere tale obiettivo, si parte dall’addestramento individuale al combattimento e, una volta consolidato, si passa alla condotta di attività collettive, pianificando eventi addestrativi progressivi e di difficoltà crescente che dal livello squadra e plotone culminano poi con l’esecuzione di esercitazioni più complesse”.

Tra queste la “Pelican Circle”, che si è svolta dal 20 al 24 maggio scorso nell’area tra Pisa, Siena e Grosseto. In essa, dopo un’elaborata fase di pianificazione, i militari del Reggimento Logistico Folgore hanno condotto un movimento stradale con circa 20 autocarri tattici, tra cui portacontainer, autocisterne e autobotti, simulando il dispiegamento di un Posto Distribuzione Rifornimenti avanzato. Contemporaneamente, presso la sede di Pisa, sono stati allestiti un Posto Comando su tenda, al fine di garantire il Comando e Controllo degli assetti in movimento e dei moduli campali deputati alla riparazione e al rifornimento di carburante a favore degli automezzi.

Al riguardo, il capitano Michele Conti, Comandante della Compagnia Trasporti, nonché responsabile dell’autocolonna esercitata, spiega al Giornale che, “per replicare in maniera realistica l’ambiente operativo in cui potremmo essere chiamati a operare, anche con scarsissimo preavviso, abbiamo ipotizzato di dover muovere in un contesto ostile, con spazi di manovra contesi e una minaccia dinamica e mutevole. Il braccio logistico da Pisa a Grosseto, dove è stato pianificato il ricongiungimento con le unità amiche, si è sviluppato lungo un itinerario complessivo di oltre cinquecento chilometri, da percorrere in tre giornate in arco diurno e notturno, prevedendo, inoltre, lo schieramento di due Zone Servizi per la sosta, articolate su un accampamento con refettorio e servizi igienici”.

Allo scopo di rendere pienamente rispondente l’esercitazione, che nella sua interezza ha richiesto la percorrenza complessivamente di circa diecimila chilometri, durante l’attività sono state impiegate tutte le risorse in dotazione al Reparto, inclusi i servizi di comunicazione e di geolocalizzazione digitali, implementati mediante i sistemi satellitari forniti dal 184° Reparto Comando e Supporti Tattici "Nembo".

In questo modo, è stato anche possibile assicurare la condivisione e lo scambio delle informazioni in tempo reale, nonché valutare la risposta del personale agli eventi generati appositamente nello scenario esercitato, con lo scopo di migliorare la capacità di risposta

degli esercitati in termini di flessibilità, agilità logistica, resilienza e sicurezza. Un lato poco conosciuto, ma fondamentale. Perché la logistica è tutto. E può fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta.

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