Quando i fantasmi della storia tornano a fare capolino anche i grandi dittatori tremano. Sta facendo molto discutere nella Turchia di Recep Tayyip Erdogan il libro "Il Papa deve morire" scritto da Ennio Gavazzeni di cui Il Giornale ha anticipato la pubblicazione alla fine del 2023 secondo cui ci sarebbe una presunta pista armena, mai esplorata prima, dietro il tentato attentato a Giovanni Paolo II il 13 maggio del 1983 a Piazza San Pietro ad opera di Ali Ağca, peraltro scambiato per armeno al momento del suo arresto.
L’accostamento del turco Ağca ai nemici armeni ha fatto arrabbiare Istanbul ma anche la stessa Armenia. Ma perché l’esercito di liberazione dell’Armenia Asala avrebbe voluto uccidere il Papa attraverso un turco? La risposta è negli oltre 200 documenti del ministero dell'Interno dell’epoca, desecretati e analizzati pazientemente dal lavoro di Gavazzeni. Il Vaticano e il governo avevano attuato un piano per esfiltrare i dissidenti armeni, contrari al regime comunista, per portarli negli Usa dopo averli fatti alloggiare in piccoli alberghi nel cuore di Roma che a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta sono stati oggetto di inspiegabili attentati. Alla fine del 1983, con la sapiente regia di Oscar Luigi Scalfaro, l’accordo tra governo italiano e Asala pose fine a quella stagione. A convincere Ağca a combattere per la causa armena sarebbe stato il suo mentore Teslim Tore, contrabbandiere nato nella stessa città di Ağca, che l’avrebbe addestrato in un campo in Libano usato anche dal Fronte di Liberazione della Palestina legato alla fazione di Habash.
A macchiare il curriculum del mancato killer di Giovanni Paolo II, che il Papa ha anche perdonato, è un’altra ipotesi fatta balenare dalla nostra intelligence in un documento ritrovato dalla Polonia nel tentativo di ricostruire la verità sul tentato tentato a Karol Wojtyla, già anticipato ieri. L'intelligence italiana considerava Ağca “manovrabile dal Mossad”, i famosi servizi segreti israeliani.
Lo stesso autore del libro sarebbe stato minacciato da Ağca con un tweet inequivoco, ma non è tutto. Il libro sta per essere tradotto in turco, se ne parla sui social turchi ed è stato già acquisito dalla commissione parlamentare d'inchiesta sulla sparizione di due ragazze, Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, nei giorni immediatamente successivi all’attentato di Wojtyla. C'è un legame? Tra queste due sparizioni non lo sappiamo con certezza, ma certamente c'è un legame tra Ağca e la Orlandi. Quando uno dei sedicenti carcerieri avrebbe chiamato l’Ansa per rivendicare il rapimento della Orlandi avrebbe pronunciato la parola Asala invece che Ansa. Solo una coincidenza?
La Orlandi sparì alla fermata
del 70 in Corso Rinascimento a Roma dopo aver frequentato una lezione di musica. Nello stesso palazzo e nello stesso piano c’erano gli uffici di Scalfaro, l’autore della pace tra il governo e Asala. Un’altra coincidenza?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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