Ignora le autorità italiane e porta i clandestini a Lampedusa. Ma per l'Ong arriva lo stop

La Louise Michel finanziata Banksy dovrà restare per 20 giorni in porto per non aver rispettato le indicazioni del coordinamento italiano

Ignora le autorità italiane e porta i clandestini a Lampedusa. Ma per l'Ong arriva lo stop
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Nuovo fermo per una nave Ong. Stavolta è la tedesca Louise Michel, finanziata dall'artista anonimo Banksy, a essere stata colpita dalla sanzione amministrativa per la violazione del decreto Piantedosi. Salpata a fine giugno dalla Spagna, la piccola nave veloce effettuato una sosta nel porto di Hammamet, in Tunisia, per effettuare probabilmente rifornimento a buon mercato, e poi ha iniziato la sua operazione nel Mediterraneo centrale, finché non ha incrociato un barcone con 36 o 37 clandestini a bordo. A quel punto, coordinata dal Mrcc di Roma, ha ottenuto come porto di sbarco quello di Pozzallo, in Sicilia.

Ma invece di dirigersi verso il porto della costa meridionale in provincia di Ragusa, dove si era già messa in moto la macchina dell'assistenza per lo sbarco sicuro dei migranti trasportati, la Louise Michel ha deciso arbitrariamente di dirigersi verso Lampedusa. Senza autorizzazioni e senza coordinamento, il motoscafo ha ritenuto opportuno portare i migranti a ridosso della piccola isola del Mediterraneo e, a quel punto, una volta sotto costa, il coordinamento di soccorso ha fornito ogni indicazione per lo sbarco sicuro. Tuttavia, l'equipaggio non era in alcun modo autorizzato a sbarcare a Lampedusa e questo ha causato il fermo per la violazione del decreto Piantedosi. Ancora una volta le organizzazioni dimostrano di avere la pretesa di essere al di sopra delle leggi dello Stato e di poter agire senza regole, in base a loro arbitrarie valutazioni. Tutto questo rientra, più che in un sistema di soccorso in mare, in un contesto di disobbedienza civile, con le Ong che si configurano come soggetti politici.

"Poiché si prevedeva che il tempo fosse troppo brutto, il nostro equipaggio ha deciso di cercare rifugio vicino a Lampedusa, dove, nella notte, abbiamo ottenuto il permesso di sbarcare", si giustifica l'organizzazione nel solito post vittimista che segue le sanzioni imposte dalle autorità italiane. "Chiediamo l'immediata revoca della detenzione della Louise Michel. Libertà di movimento per tutti", conclude l'organizzazione. Intanto, il motoscafo veloce per i prossimi venti giorni dovrà rimanere fermo nel porto di Lampedusa, dal quale è pressoché certo che al termine del periodo di stop ripartirà agevolmente per un'altra missione. Ma dalla Spagna sono pronte a partire le altre grandi navi delle organizzazioni.

Nonostante neghino con fermezza di essere un pull factor involontario per le partenze dalle coste africane, è indubbio che la loro presenza invogli i trafficanti e gli immigrati a partire, con l'illogica convinzione di essere recuperati e poi trasferiti in Italia.

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