"Inaccettabile in spiaggia vestiti". La lettera del sindaco ai musulmani

Da Monfalcone, il sindaco Anna Maria Cisint interviene per chiedere ai musulmani il rispetto del decoro e dell'igiene della città

Immagine di repertorio
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Lettera aperta del sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, alla comunità musulmana della città riguardo i comportamenti che la stessa assumerebbe e che non sarebbero graditi dal resto della cittadina monfalconese. Ad avere maggior risalto è il passaggio sulle abitudini al mare delle donne musulmane, oggetto di una dura reprimenda da parte del primo cittadino.

Ponendo il focus sugli investimenti che sono stati compiuti per rendere il tratto di arenile di Marina Julia uno dei più apprezzati "della regione per il turismo delle famiglie e degli appassionati degli sport del mare", il sindaco scrive nella sua missiva che "diventa inaccettabile il comportamento degli stranieri musulmani che entrano abitualmente in acqua con i loro vestiti: una pratica che sta determinando sconcerto nei tanti bagnanti e in coloro che affollano le spiagge". Secondo Cisint, questo comportamento "crea insopportabili conseguenze dal punto di vista della salvaguardia del decoro di questi luoghi, apprezzati per la cura, l’attenzione e la pulizia che li caratterizzano".

È probabile che la lettera del sindaco arrivi a seguito di lamentele e segnalazioni che sono arrivate all'ufficio del sindaco dall'inizio dell'estate e che voglia essere un richiamo al rispetto da parte di tutti. "Chi viene da realtà diverse dalla nostra ha l’obbligo di rispettare le regole e i costumi che vigono nel contesto italiano e locale. Non possono essere accettate forme di 'islamizzazione' del nostro territorio, che estendono pratiche di dubbia valenza dal punto di vista del decoro e dell’igiene, generando il capovolgimento di ogni regola di convivenza sociale", scrive ancora Cisint, che sottolinea come dal suo punto i questi comportamenti "incidono negativamente nell’attrattività e nelle ricadute per i gestori dei servizi".

Per tale ragione, prosegue la lettera del sindaco, si ritiene che "per le evidenti ragioni di rispetto del decoro richiesto nei comportamenti di chi si reca in questi luoghi, la pratica di accedere sull’arenile e in acqua con abbigliamenti diversi dai costumi da bagno debba cessare". Per fare in modo che questo avvenga, spiega Cisint, intende "applicare questi principi con un apposito provvedimento a tutela dell’interesse generale della città e dei nostri concittadini".

Il problema, come si evince dalla lettera, non è solamente quanto avviene in spiaggia ma anche che in città siano in aumento le "donne con il burqa, con la integrale copertura del viso che impedisce ogni identificazione ed è evocativo di una visione integralista, che fa parte anche questa della volontà di non rispettare regole e norme dei Paesi di arrivo".

A tal proposito, conclude la lettera, l'amministrazione comunale vuole intervenire affinché non si creino città nella città e premette che opererà con rigore "nel far rispettare le disposizioni comunali e nel pretendere dalle grandi realtà produttive, a cominciare da Fincantieri, un diverso governo dei flussi".

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