Era la notte tra il 19 e il 20 ottobre e, a Napoli, Alessandra Accardo ha appena finito il suo turno di lavoro. Mentre si avvia verso l'auto parcheggiata al porto viene aggredita, picchiata e stuprata da uno straniero irregolare e senza fissa dimora, che la colpisce violentemente più volte alla testa con una pietra. Accardo è una donna, e come tale esposta continuamente a questo tipo di pericoli, ma è anche un poliziotto in servizio alla Questura di Napoli, ed è da lì che era appena uscita quando è stata violentata. Era appena rientrata nella sua città natale quando si sono svolti i fatti, dopo lunghi anni trascorsi in servizio nell'area bolognese.
Durante un convegno organizzato proprio a Bologna, ha definito quelli come i "20 minuti più lunghi della mia vita". È tornata in servizio dopo appena 3 mesi, perché, come ha spiegato, "dovevo dimostrare a me stessa di essere più forte di quello che mi era accaduto". Non è stato facile, ma ha deciso di metterci la faccia per le molte donne che questo coraggio non lo hanno o sono state uccise durante la violenza. La sua testimonianza è stata fondamentale per arrivare all'identificazione e al fermo dell'uomo: "Ho fatto il mio lavoro. Il mio unico obiettivo, dopo quanto accaduto, era assicurare quell’uomo alla giustizia. E mi sono forzata, superando il mio dolore personale, di raccontare subito tutto, ricostruire ogni dettaglio". Così ha spiegato al quotidiano Il Giorno, al quale ha riferito anche che il suo aggressore, originario del Bangladesh, è stato condannato a 14 anni di carcere col rito abbreviato.
"Ha pesato il tentato omicidio sulla sua pena, perché ha tentato di ammazzarmi oltre ad abusare di me", spiega la poliziotta, che ha deciso di raccontare tutto anche per sensibilizzare i cittadini, sia le donne per convincerle a denunciare, sia gli uomini affinché non si rendano artefici di simili reati. "Sono una poliziotta: le leggi non vanno commentate ma fatte rispettare. Da cittadina, dico che se sul punto c'è un dibattito, se gli organi di informazione ne parlano, qualcosa vuol dire", ha spiegato con la massima diplomazia l'agente. Alle donne ci tiene a lanciare un messaggio importante: "Bisogna denunciare, perché non si è sole. Non si deve avere paura".
Sono migliaia ogni anno le denunce di stupro denunciate dalle donne, contro le quali il governo sta intervenendo con misure ad hoc che hanno l'obiettivo di stringere le maglie della giustizia sugli aggressori, agevolando il lavoro dei giudici e degli inquirenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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