Sono le 10.19, un rumore sordo, fortissimo. Al mercato di Scandicci, 17 chilometri di distanza da Calenzano, le teste dei presenti si abbassano istintivamente per un istante, come per schivare un colpo. Tutti prendono il cellulare in mano in cerca di informazioni o per chiamare qualcuno. Ma nessuno al momento riesce a capire cosa sia successo. E’ l’esplosione al deposito del gas Eni di Calenzano che ha letteralmente scosso Firenze. Se il botto è stato così grande a quasi 20 km di distanza, immaginiamoci cosa possa essere stato sul luogo, come al grande centro commerciale I Gigli, che a quell’ora aveva al proprio interno centinaia di persone a lavorare e fare shopping.
Quella del banco della frutta riceve una telefonata. È la sorella in lacrime, abita a Campi Bisenzio, a due passi dalla tragedia, urla e piange, ha paura per le sue bambine a scuola. Appunto, le scuole. Materne, elementari e medie di tutti i comuni della zona hanno ordine di tenere chiuse le finestre e le porte e contemporaneamente le direzioni scolastiche chiamano le famiglie che vengano subito a riprendere i loro figli.
“Una bomba, una bomba! Ho visto un mega fumo nero fuori dalla finestra e continuavo a sentire scoppi, uno dietro all’altro”. È il racconto di chi vive nella zona e che ha pensato ad un bombardamento o a un terremoto.
“Bum! Bum! Bum! Ha ballato il pavimento come se fosse un terremoto – racconta Arianna, che vive a Campi Bisenzio -. Tanto è stato forte il rumore che ho pensato fosse appena fuori casa mia, e invece era ad alcuni km. Subito dopo un odore acre fortissimo”.
Arianna si trovava sulle scale e l’onda d’urto l’ha fatta cadere. Poi sono iniziati ad arrivare gli alert del Comune e protezione civile: “Chiudere tutto, mettere gli animali in casa”.
Le case tutte intorno hanno avuto i vetri frantumati per l’onda d’urto e sono crollati alcuni tetti in via Erbosa a Calenzano, a poche centinaia di metri dall’impianto industriale Eni che è saltato in aria, fra la provincia di Prato e quella di Firenze. Anche in centro storico a Firenze si è sentita “la botta”.
I treni regionali sono stati sospesi, i voli dell’aeroporto di Peretola dirottati, e gli svincoli di A1 e A11 chiusi.
L’allarme sanitario è stato attivato in tutta la zona, distribuite le mascherine agli abitanti e sono stati allertati tutti gli ospedali della Toscana. Il primo Careggi, il più grande ospedale di Firenze e il più vicino al luogo del disastro. Ma anche l’ospedale di Prato e il centro grandi ustionati di Pisa.
Decine di ambulanze e mezzi di soccorso sul posto, la prefettura parla di due morti, di 9
ustionati gravi e di 3 dispersi. Ma da Careggi trapelano voci su 19 morti. Tuttavia, l’incendio è stato domato intorno alle 12,30 e la colonna di fumo (tossica) è sparita. Il presidente della Regione Eugenio Giani è sul posto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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