
Secondo i nuovi dati raccolti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), nel 2024 almeno 8.938 persone sono morte lungo le rotte migratorie in tutto il mondo, rendendolo l’anno più mortale mai registrato. Il bilancio del 2024 - si legge in una nota - conferma un trend quinquennale di aumento dei decessi ogni anno e il bilancio dell’anno scorso supera il precedente record del 2023, quando furono registrati 8.747 decessi di migranti. «La tragedia del crescente numero di morti tra i migranti a livello globale è inaccettabile e prevenibile. Dietro ogni numero c'è un essere umano, qualcuno per cui questa perdita è devastante», ha dichiarato Ugochi Daniels, Vice Direttrice Generale per le Operazioni dell’Oim. Numeri agghiaccianti che però, come sempre, vanno interpretati.
Se l’anno scorso è stato il più letale mai registrato anche Asia (2.778 persone decedute), Africa (2.242) ed Europa (233), in attesa dei dati definitivi per le Americhe (siamo ad almeno 1.233 morti, comprese le 341 vittime nei Caraibi e il numero record di 174 migranti deceduti attraversando il Darién) nel Mediterraneo si sono registrate solo 2.452 morti. Un dato ben lontano dal massimo storico annuale di 5.136 del 2016, ma anche dai 4.055 del 2015, dai 3.289 del 2014, dai 3.155 del 2023 e dai 3.139 del 2017, secondo le statistiche storiche Oim. Gli sbarchi dal Nord Africa sulla rotta italiana sono calati, sono aumentati quelli verso la Spagna e le Canarie. Segno che la lotta all’immigrazione clandestina e il contrasto ai mercanti di uomini dell’Italia mostrano un trend discendente, controcorrente rispetto al fenomeno migratorio mondiale.
L’alternativa sono «percorsi migratori sicuri e regolari», come chiede l’Oim, ma anche gli accordi bilaterali tra i Paesi del Mediterraneo, in attesa che il nuovo Piano asilo e migrazione Ue per il 2026 renda ancora più stringenti i parametri europei dell’accoglienza come deterrenze per le partenze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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