Gli antagonisti hanno trovato la loro terra promessa: il Venezuela di Nicolás Maduro. In attesa di seminare nuovo odio nelle università e nelle piazze italiane, infatti, numerosi attivisti del movimentismo rosso italico andranno a Caracas in concomitanza con l'insediamento del rieletto presidente venezuelano, che l'Onu accusa di esercizio arbitrario del potere, di sistematica violazione dei diritti umani e di instaurazione di un clima di terrore nel Paese. E che sarà mai: per i comunisti da casa nostra, nulla di rilevante.
"Una numerosa delegazione della Rete dei Comunisti, di Cambiare Rotta – Organizzazione giovanile comunista, e di OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa) è stata invitata e parteciperà dal 9 all'11 gennaio a Caracas al Festival Mundial Internacional Antifascista por un Nuevo Mundo", si legge sui social. Questa iniziativa - viene spiegato - è il frutto di una proposta formulata a novembre durante il Congreso Mundial de la Juventud y Estudiantes Antifascista che ha riunito sempre a Caracas più di un migliaio di giovani, provenienti da una settantina di Paesi. Compresi, ovviamente, i compagni italici.
In quell'occasione, lo stesso Maduro aveva esortato "i dirigenti, i giovani, gli operai, i contadini di tutto il mondo ad accompagnare il popolo del Venezuela al giuramento del 10 gennaio". Potevano gli antagonisti di casa nostra mancare all'appuntamento? Ovviamente no: così, dopodomani saranno presenti al controverso avvenimento politico, sul quale gravano pesantissime accuse di illegittimità. Le principali organizzazioni umanitarie denunciano infatti come il Venezuela sia nuovamente piombato nel terrore e nella crisi a seguito della negazione dei più basilari diritti umani. Già nei mesi scorsi, il Rappresentante Permanente d'Italia presso le Nazioni Unite e le altre Organizzazioni Internazionali a Ginevra, Ambasciatore Vincenzo Grassi, aveva espresso profonda preoccupazione per le "crescenti violazioni dei diritti umani, le detenzioni arbitrarie e le diffuse restrizioni delle libertà fondamentali, che colpiscono in particolare l'opposizione politica, i difensori dei diritti umani e i rappresentanti dei media indipendenti e della società civile".
Al contrario, i collettivi rossi descrivono il Paese come un Eden. "Il Venezuela è oggi il paese che rappresenta un’alternativa sistemica di stampo socialista all’interno del mondo multipolare, nonché il faro – insieme alla Cuba socialista e al Nicaragua sandinista – della possibilità di riscatto per i popoli dell’America Latina, esempi della possibilità di emancipazione per il Sud Globale", si legge sui social. E ancora: "Il fatto che il governo Meloni disconosca Maduro come presidente, non riconoscendo l’esito delle elezioni presidenziali del 28 di luglio, e riconosca invece il cosiddetto 'capo dell’opposizione' Edmundo González come presidente è una onta per il nostro Paese che rafforza il significato della nostra presenza a Caracas".
La vacanza venezuelana degli antagonisti italici, insomma, avrà una valenza fortemente
ideologica. E questo non era difficile capirlo. Ciò che stupisce e preoccupa è invece la fascinazione di questi nostri connazionali per un personaggio politico a dir poco controverso e incline alla violenza i propri oppositori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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