Cinquecento persone evacuate e oltre tremila persone senza luce: queste le prime cifre delle esondazioni a Bologna. L’opposizione comunale di centrodestra, che è anche minoranza in Regione, punta subito il dito contro l’amministrazione guidata dal sindaco Matteo Lepore, del Pd. È della gestione dem, del resto, la scelta di scoperchiare un tratto di fiume di via Riva di Reno, dove passa l’omonimo Fiume.
Il fine sarebbe stato quello di creare un “naviglio” bolognese, sulla scia di quelli di Milano. Il risultato, per ora, è il centro di Bologna sommerso. Già dalle ore 8 di mattina il Reno fuori città presentava livelli di innalzamento degni di attenzione: era arrivato all’ argine. “Non uscite di casa e non usate l’auto” in nessuna zona della città, ha detto ieri il primo cittadino, mentre si contavano i primi danni.
Il sottopasso che porta all’ospedale Maggiore si allaga. Le immagini, impietose, fotografano le telecamere con cui il sindaco avrebbe voluto multare gli automobilisti a velocità maggiore di 30 kilometri orari. Forse non era la priorità.
Un’altra scelta avveniristica dell’amministrazione targata Pd, che ora è accusata - anche a livello regionale - di non aver messo mano neppure a un torrente che passa in città, il Ravone, che ieri è esondato a sua volta. “Non hanno pulito niente”, tuonano dal centrodestra. Il Ravone era già esondato nel 2023….- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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