"Qui comando io". L'allenatrice sospesa per le umiliazioni alle ginnaste

Stefania Fogliata, raggiunta dalla misura cautelare interdittiva del divieto di allenare sul territorio nazionale. Gli agenti hanno prelevato pc e cellulari della donna e in palestra stanno cercando di verificare quanto raccontato nelle denunce. Sono otto le presunte vittime

 "Qui comando io". L'allenatrice sospesa per le umiliazioni alle ginnaste

Sono state portate a termine le perquisizioni da parte della Polizia di Stato nella palestra di Calcinato, nel Bresciano, dove lavora come istruttrice di ginnastica ritmica Stefania Fogliata, raggiunta dalla misura cautelare interdittiva del divieto di allenare sul territorio nazionale. Gli agenti hanno prelevato pc e cellulari della donna e in palestra stanno cercando di verificare quanto raccontato nelle denunce. Sono otto le presunte vittime. Nella sua ordinanza il gip del tribunale di Brescia Francesca Grassani parla di "quotidiano stillicidio di improperi e umiliazioni ai quali si sono sommate le percosse".

La distanza della Federazione italiana

"L'allenatrice non è a contratto con la Federazione e pertanto non è tecnico federale", ha precisato la Fgi in merito all’allenatrice per la quale la Procura di Brescia ha disposto l'interdizione ad allenare nelle palestre. La federginnastica nella nota sottolinea che Fogliata "è soltanto in possesso di un attestato come tecnico societario dal 2020". La società in cui lavora (Accademia di Ginnastica Ritmica Nemesi a Calcinato, Brescia, ndr), costituita nel 2016 e affiliata Fgi solo nel 2021, "è un soggetto privato autonomo e non sotto il controllo diretto della Federazione - scrive ancora la federazione -. Sia l'affiliazione della società, sia il tesseramento della tecnica alla Federginnastica non sono stati rinnovati dai diretti interessati per l'anno 2023". "A fronte del provvedimento della procura di Brescia - conclude -, anche la procura federale fa sapere che disporrà una misura interdittiva nei confronti della tecnica. In attesa di avere un quadro completo delle indagini, sarà valutata pure la posizione della società sia a titolo di responsabilità oggettiva che diretta per omessa vigilanza su quanto compiuto all'allenatrice. La Federazione continua a offrire la massima collaborazione alla Procura di Brescia e a quella di Monza e ripone la massima fiducia nella giustizia ordinaria e sportiva".

L'inchiesta della procura sui maltrattamenti

L’inchiesta della procura è partita nel settembre dello scorso anno personale della Squadra Mobile della Questura di Brescia aveva raccolto le confidenze di una madre in merito a presunte condotte illecite dell’allenatrice. Sarebbe accaduto durante gli allenamenti, nei confronti delle figlie e di altre giovani ginnaste di età compresa tra i 10 e i 14 anni. Le presunte vittime sono state ascoltate in audizioni protette videoregistrate e assistite da una psicologa, Sono state poi sentite oltre 25 persone tra vittime, testimoni, genitori delle ginnaste, colleghi dell’istruttrice psicologi cui si erano rivolte alcune atlete. Il procedimento penale è in fase di indagini preliminari e la destinataria della misura cautelare potrà esercitare il suo diritto di difesa. Agli atti è stato preso anche un video sequestrato dalla Polizia e trovato nella memoria del cellulare dell'allenatrice.

Pochi secondi in cui la donna riprende una sua atleta ai margini della palestra e con fare spicciolo l'attacca: "Chi comanda qui dentro?- chiede con voce ferma -. Qui comando solo io". Altri messaggi e video hanno spinto il gip a chiedere la misura cautelare.

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