In una scuola elementare di Mestre è stato attivato un corso di lingua bengalese aperto a tutti gli studenti della quinta classe. È rivolto a tutti ma, in particolare, ai bambini bengalesi nati in Italia per "mantenere viva la lingua d’origine è una grande opportunità per il futuro di questi bambini, ma anche per il nostro Paese che può attraverso loro mantenere rapporti con il Bangladesh, un Paese in forte sviluppo", ha dichiarato il Console onorario di Venezia Fabrizio Ippolito D'Avino al Gazzettino. Eppure, il Bangladesh è uno di quelli da cui nel 2024 è arrivato il maggior numero di migranti irregolari nel nostro Paese, che per la narrazione predominante sono migranti meritevoli di asilo.
"La scelta di un corso di lingua bengalese è l'ennesimo errore di chi ritiene che l'assimilazione delle nuove generazioni di figli di immigrati passi dalla sottomissione della nostra cultura anziché dal suo studio e dalla sua conoscenza", ha dichiarato l'europarlamentare della Lega Anna Cisint, sottolineando che "è fondamentale che questi bambini imparino l'italiano, le nostre tradizioni e anche la lingua locale, patrimonio storico e identitario fondamentale per un territorio come il Veneto e Venezia". Il problema di questi bambini, ha proseguito l'europarlamentare, "non è mantenere la loro lingua, spesso l'unica parlata dai genitori, ma riuscire a integrarsi sin da subito in Italia e nella loro città comprendendo che lingua, storia e radici sono il primo passo per diventare cittadini italiani consapevoli".
Esiste un vero problema di integrazione in quelle comunità, che spesso si isola dal contesto, non cerca di legare con la comunità locale e vive secondo regole diverse dal resto del Paese. "I danni della mancata integrazione sono sotto i nostri occhi tutti i giorni, ogni giorno di più, così come il fallimento del multiculturalismo senza regole. Questa spirale autodistruttiva va fermata, ribadendo che la piena cittadinanza passa dall'accettazione delle nostre tradizioni e dei nostri costumi", ha aggiunto Cisint, fotografando in maniera realistica il vero problema del nostro Paese, al di là di iniziative per lo più ideologiche.
Eppure, ogni sabato e fino a giugno, in una scuola elementare Statale è stato aperto il corso di lingue bengalese. È facoltativo, quindi nessuno è obbligato a seguirlo, ma resta l'investimento pubblico per allontanare ancora di più il concetto di integrazione. Perché non aprire un corso di lingua e cultura veneta?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.