Nonostante l'introduzione nel 2008 del Testo Unico sulla sicurezza dei lavoratori, ad oggi si continuano a contare tre morti al giorno e oltre 2mila infortuni: è questo il grido d'allarme lanciato dal presidente dell'Anmil Zoello Forni durante il suo intervento in occasione della 73esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro.
Un incontro, quello avvenuto a Roma presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio, organizzato con l'obiettivo di promuovere, per l'appunto, la cultura della sicurezza sul lavoro e la ricollocazione di invalidi del lavoro, familiari superstiti e persone con disabilità e conclusosi con la realizzazione di un protocollo d'intesa biennale tra il Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro e l'Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro).
"L'incidente di Brandizzo ha riacceso l'attenzione sui media e dell'opinione pubblica sulle morti sul lavoro, di cui spesso si parla solo nelle occasioni più eclatanti", dichiara il presidente dell'associazione, "sotto i nostri occhi si consuma invece quotidianamente una strage silenziosa". "Purtroppo", specifica Zoello Forni,"il bilancio infortunistico non ha fatto registrare miglioramenti apprezzabili: i dati su infortuni e malattie professionali si mantengono pressoché costanti e ben lontani dall'abbattimento auspicato con la nuova normativa".
Le precauzioni prese per il momento non si sono rivelate, purtroppo sufficienti ad arginare il problema. "Nonostante l'attenzione politica e mediatica, lo studio, i progressi normativi e scientifici", aggiunge il leader dell'Anmil, "c'é ancora una vasta zona d'ombra dentro la quale continuano a prevalere disinformazione, noncuranza, abitudini e fretta, violazione delle regole che il nostro ordinamento ha fissato a tutela dei lavoratori". Urge quindi realizzare una revisione urgente del Testo Unico infortuni,"disegnato su una società ormai profondamente cambiata".
Per fare un passo in più verso la direzione giusta potrà comparire la figure del "testimonial". In pratica il Consiglio nazionale dell'ordine potrà richiedere all'associazione la presenza di un membro dell'Anmil per approfondire gli aspetti legati alla prevenzione degli incidenti sul lavoro, e l'associazione, potrà richiedere all'ordine un esperto per approfondire nello specifico l'ambito legislativo.
"Il fenomeno degli infortuni e dei morti sul lavoro si può combattere solo con la cultura della legalità e la prevenzione", dichiara il presidente dell'Ordine Rosario De Luca. Un intervento da fare con l'obiettivo di cambiare la situazione a lungo termine. "È necessario, perciò, intervenire sulle nuove generazioni, che saranno la classe dirigente e imprenditoriale del futuro, per trasmettere alcuni concetti imprescindibili, come l'importanza di investire nella sicurezza e nella formazione dei lavoratori fin dal loro primo ingresso in azienda così da accrescere i livelli di sicurezza nelle imprese", conclude il presidente.
Le parole del capo dello Stato
Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto esprimere tutta la sua preoccupazione per l'attuale situazione, incoraggiando le istituzioni a collaborare per arrivare finalmente a risolvere il problema. "L'intollerabile e dolorosa progressione delle morti e degli incidenti sul lavoro sollecita una urgente e rigorosa ricognizione sulle condizioni di sicurezza nelle quali si trovano a operare lavoratori", si legge nel comunicato diffuso dal Quirinale. "Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile", prosegue il capo dello Stato, "un fardello insopportabile per le nostre coscienze, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure".
"La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso, ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona", considera Mattarella, che chiede a chi di dovere di intervenire in modo urgente. "Occorre un impegno corale di istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori, luoghi di formazione affinché si diffonda ovunque una vera cultura della prevenzione", conclude il capo dello Stato.
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