L'ombrellata del prof e l'occupazione degli studenti: tensione al liceo Parini

Tensione al liceo di Milano durante l'occupazione: gli studenti hanno bloccato l'accesso alla scuola ai professori e uno di loro ha reagito

Screenshot da Google Maps
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Tensione al liceo Parini di Milano durante l'occupazione: gli studenti questa mattina hanno impedito l'ingresso ai professori con la forza ma uno di loro ha improvvisamente perso le staffe e agitato l'ombrello per riuscire a sfondare il cordone. "È stata dura, ma siamo riusciti a occupare, abbiamo chiuso le porte e i professori sono rimasti fuori. Con la Digos abbiamo già trattato. Ci stiamo dividendo in gruppi per avviare le assemblee e abbiamo un servizio d’ordine", spiegano dall'organizzazione dell'assemblea. L'iniziativa dell'occupazione è stata presa dal collettivo Rebelde, che ha trascinato con sé circa 400 studenti su oltre 1200 complessivi. In sostanza, meno di un terzo dell'intera scuola, una minoranza oggettiva, ha deciso per il resto degli studenti.

Le modalità di occupazione sono sempre le stesse: i leader della rivolta trascinano con sé qualche baldo ragazzino desideroso di non far lezione e dal mattino presto si sono dati appuntamento fuori dall'istituto milanese nei pressi del centro. All'ora d'ingresso, si sono stretti in cordone impedendo l'ingresso agli studenti che non aderivano all'occupazione, ai docenti e al personale scolastico. Comprensibile il nervosismo di chi sarebbe voluto entrare a scuola per seguire le lezioni, soprattutto i maturandi che si trovano a tre mesi dalla fine della scuola con l'edificio occupato dai ragazzini. Sono loro a subire il maggior disagio, visto che da oggi sono in programma le prove Invalsi: tutto saltato per il capriccio di un manipolo di idealisti di un collettivo di sinistra, che di fatto compiono un'interruzione di pubblico servizio.

"Non abbiamo poi ben capito per cosa protestino. È vago. Il preside è a scuola e sta capendo cosa fare. Parliamo con la Digos. I ragazzi dicono che vogliono rimanere fino all’8? Vedremo. Noi con i ragazzi abbiamo sempre parlato, dialogato. C’è stata collaborazione. Non siamo loro nemici. Siamo solo molto amareggiati", è il commento del vicepreside dell'istituto. Le ragioni per cui protestano sono molto poco chiare e loro stessi sono sembrati avere poche idee e confuse. Una settimana fa abbiamo avuto modo di leggere una chat in cui il collettivo stava organizzando l'occupazione, tra le altre cose, in nome della Palestina, contro quelle che definiscono "intimidazioni" da parte delle forze dell'ordine agli studenti. Ma, soprattutto, hanno assurto come ragione "lo stop ai manganelli dopo Pisa e Firenze" perché, hanno spiegato, "su quello possiamo fare moltissima leva e 'giustifica' l'occupazione anche ai più ciechi".

La maggior parte degli indignados pronti alla rivolta scolastica erano ragazzini del biennio alla prima esperienza, in combutta con i rappresentanti di istituto che, a quanto pare, erano contro l'operazione in favore di una cogestione.

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