Lirica, l'affondo di Veronesi: "La gente è stanca dei cliché della sinistra"

Il direttore d'orchestra Alberto Veronesi ha lanciato l'associazione "Save Opera", che si pone l'obiettivo di tutelare la cultura dalle "follie degli organizzatori della lirica", non risparmiando un attacco ai registi di simpatie sinistrorse

Un primo piano del maestro Alberto Veronesi
Un primo piano del maestro Alberto Veronesi
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Una nuova associazione volta a tutelare la cultura "dalle follie degli organizzatori della lirica" e "dai cliché della sinistra". Questo l'obiettivo che si pone a quanto pare "Save Opera", l'associazione europea lanciata da Alberto Veronesi. Il celebre direttore d'orchestra era stato licenziato nelle scorse settimane dal Festival Puccini di Torre del Lago per aver diretto i musicisti dopo essersi bendato, in segno di protesta. Veronesi non aveva apprezzato il fatto che quella versione della Bohème fosse ambientata nella Francia del '68, spiegando di bendarsi per non voler assistere allo spettacolo mentre dirigeva l'orchestra. Per un gesto che non è però piaciuto ai vertici della fondazione che organizza il festival, visto che la storia si è conclusa con il licenziamento del maestro. O meglio, sembrava essersi chiusa: proprio nelle scorse ore sembrerebbe infatti essersi aperto un nuovo capitolo della vicenda.

Lo stesso Veronesi ha infatti lanciato l'Associazione Save Opera, per riunire gli addetti ai lavori intenzionati a protestare contro eventuali ingerenze di natura politica nella lirica. Il maestro si è scagliato in particolare contro le varie rivisitazioni di opere ultracentenarie (come la Bohème, per l'appunto) propiziate a suo dire da registi vicini alla sinistra. "Ho ricevuto migliaia di messaggi di solidarietà e condivisione per la contestazione di Bohème. È stata una scelta difficile, non in linea con il mio stile professionale, ma non potevo sopportare più gli arbitri della regia - ha dichiarato Veronesi alla testata online Luccaindiretta.it - oggi si pone un problema nel mondo della lirica: dopo i tempi in cui regie schierate politicamente a sinistra, magari anche provocatorie, potevano essere utili per far accettare autori che erano stati strumentalizzati dai regimi nazifascisti, la gente comincia ad essere stanca. Anzi, diciamo chiaramente che non ne può più dei cliché sempre uguali della trasposizione storica dissacrante delle trame operistiche".

Veronesi ha insomma attaccato l'indirizzo che avrebbe a suo dire preso il mondo della lirica, puntando più sul dissacrare i capolavori del passato piuttosto che sul commissionare nuove opere originali. E si è infine scagliato anche contro gli "organizzatori della lirica", accusandoli di mettere in secondo piano la meritocrazia. "Organizzatori che spesso si trovano a proprio agio in un sistema drogato in cui vanno avanti e vengono premiati artisti al di là di strette valutazioni artistiche e professionali e di rispetto degli autori - ha concluso - questo sistema, basato sulla lirica intesa come provocazione distruttiva, assume che si possa fare rinnovamento dell’arte semplicemente stuprando le opere del passato.

Facendo i baffi alla Gioconda e risparmiando ai direttori artistici il difficile ma necessario compito di commissione di opere nuove, di nuovi compositori e nuovi librettisti. La nostra associazione aiuterà tutti coloro che vogliono esprimere dissenso verso ciò che distrugge l’opera".

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