Parla Alessia Pifferi: "Non sono un'assassina, l'ergastolo è stato perdere Diana"

Alessia Pifferi ha parlato prima della requisitoria nel processo che la vede imputata per la morte della piccola Diana. "Non ho mai voluto fare del male a mia figlia, non ho mai voluto ammazzarla. In carcere sono stata picchiata dalle altre detenute"

Parla Alessia Pifferi: "Non sono un'assassina, l'ergastolo è stato perdere Diana"
00:00 00:00


Prima della requisitoria stamattina ha preso la parola Alessia Pifferi, la donna accusata di omicidio nei confronti della figlia. "Vorrei partire dalla mia infanzia. Sono sempre stata una bambina isolata, non avevo amici della mia età. A scuola avevo un insegnante di sostegno. In famiglia mio papà aveva un carattere un po’ violento, picchiava mia mamma, assistevo a queste sceneggiate. Ho subito un abuso sessuale quando avevo sedici anni ma non l’ho detto alla mia famiglia per paura di non essere creduta. Si chiamava Nino. Ricordo che mi hanno tolto da scuola, mia madre ebbe un incidente e non potei riprendere gli studi.

"Non ho mai voluto fare del male a mia figlia, non ho mai voluto ammazzarla - prosegue la donna -. Non è stata una cosa premeditata, mai pensavo che potesse accadere. Mia sorella mi ha sempre odiata, non capisco ancora oggi perché. Non sapevo le problematiche che avevo, le ho scoperte adesso grazie al mio avvocato. Non sono mai stata messa al corrente dalla mia famiglia, se lo avessi saputo avrei fatto un percorso psicologico, mi sarei curata e oggi non ci troveremmo in una situazione così brutta".

"In questo momento mi trovo in una situazione umiliante e delicata - va avanti Pifferi - anche in carcere mi trovo sempre chiusa in una cella dove non posso fare niente, non mi fanno fare corsi, sto uscendo di testa, sto andando in depressione. Non c'è un minuto che non pensi a mia figlia Diana".

"Diana per come è venuta al mondo all’improvviso e l’ho accettata. Il regalo più bello che la vita potesse regalarmi. In carcere la situazione non è delle migliori, sono stata picchiata dalle detenute, quando devo uscire dalla cella prima devono chiudere le altre detenute e poi mi fanno uscire dalla cella. Di notte urlano mostro assassina devi morire".

"Non ho mai pensato né premeditato che potesse accadere una cosa simile a mia figlia, voglio che sia chiaro a tutta Italia.

Per me non è facile parlare qui oggi, è una cosa dolorosa. Sto già pagando il mio ergastolo avendo perso la mia bambina. Non sono un'assassina né un mostro, sono solo una mamma che ha perso sua figlia".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica