Aveva rivolto su Facebook un attacco al centrodestra e (indirettamente) al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rivendicando la legittimità di sostituire il termine "patriota" con "partigiano" sui cartelli toponomastici di Bologna dedicati ai protagonisti di quel periodo storico.
Un gesto di sfida di matrice ideologica, che sembra tuttavia essere piaciuto solo in parte anche ai suoi stessi sostenitori: diversi di loro lo hanno invitato a sfruttare meglio il suo ruolo in consiglio comunale per occuparsi di questioni più impellenti e pragmatiche. Questo l'"autogol" del quale Mattia Santori, consigliere del PD con delega al turismo nel capoluogo bolognese, si è reso protagonista delle scorse ore.
Da "patriota" a "partigiano"
Tutto è partito nei giorni scorsi quando la giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Matteo Lepore ha approvato la revisione dei toponimi "per valorizzare tutte le protagoniste e tutti i protagonisti della Resistenza". Un atto che prevede la rimozione della parola patriota dalla cartellonistica relativa ai personaggi di quell'epoca, contestato dal centrodestra (Fratelli d'Italia in testa) che aveva richiesto allora anche la revisione delle varie "via Lenin" e "via Stalingrado". A livello nazionale si era espresso anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, giudicando insensata la scelta di "abolire la parola patriota". Persino alcuni esponenti dell'opposizione avevano fatto sapere di non aver gradito l'iniziativa: è ad esempio il caso del leader di Azione Carlo Calenda, il quale aveva attaccato Lepore parlando di "cancel culture". L'ultimo capitolo della polemica risale quindi a ieri, quando sulla propria pagina Facebook Santori ha pubblicato un post nel quale attaccava la presa di posizione del centrodestra ed accostava in buona sostanza i patrioti ai fascisti.
Il post di Santori
"Patrioti erano tutti. Lo erano i vincitori e vinti, i fascisti e gli antifascisti. I generali di alto rango come i soldati neanche ventenni mandati al macello. Erano patrioti i ras, le camice nere e gli squadristi. Forse erano patrioti anche gli omosessuali, i sinti, i rom e gli ebrei italiani prima di essere scortati verso i campi di sterminio dai patrioti con la divisa. I più patrioti di tutti, poi, erano i comandanti che guidavano le truppe in Libia - si legge - Etiopia ed Eritrea, che in virtù della propria Patria stupravano le donne e ordinavano rappresaglie sui civili delle patrie altrui. Certo, erano patrioti anche i partigiani. Ma dal momento che le strade si intitolano ai morti e non ai vivi, scusateci se oggi preferiamo che i caduti per la Liberazione siano ricordati con l’appellativo che loro stessi si sono dati in vita. Ci avete accusati di sminuire la parola “patriota”, come se ci avessimo sputato sopra. Ma se oggi il concetto di patria porta con sé un retrogusto amaro, non siamo certo noi a dover fare i conti con la Storia".
Le reazioni degli utenti
Un pensiero che non sembra però aver riscosso il consenso da lui auspicato, in quanto nemmeno sulla sua stessa pagina sono mancati commenti polemici: numerosi i suoi stessi "followers" che gli hanno chiesto di spendersi piuttosto per questioni da loro giudicate più urgenti alla luce del momento storico, come il caro-bollette e il lavoro. "Quante chiacchiere - ha commentato un utente, non senza un velo di ironia - meglio la “supercazzola” di Mascetti" . "Ma cosa abbiamo fatto di male, per avere in giunta un politico del genere?" si interroga invece un altro utente bolognese, con una vena di sarcasmo.
E ancora: "Il concetto di Patria porterà con sé un retrogusto amaro per te e per chi come te ne distorce il significato", "Ma avete mai provato a risolvere un vero problema per gli italiani?". Qualcuno si è spinto oltre, passando persino agli insulti. Un vero e proprio autogol insomma, per l'ex-Sardina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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