"Possiamo rimetterci e poi ci spostate?". L'assurda conversazione tra l'ecovandalo e il poliziotto

L'attivista di Ultima generazione ha contestato al poliziotto di essere intervenuto e poi, tra lo sgomento dell'agente, gli propone un "feedback"

"Possiamo rimetterci e poi ci spostate?". L'assurda conversazione tra l'ecovandalo e il poliziotto
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Tornano i blitz di Ultima generazione a Milano, dove questa mattina è stato bloccato viale Fulvio Testi per circa mezz'ora. Gli ecovandali, tutte donne, si sono seduti sull'asfalto di una carreggiata della grande arteria di scorrimento interna a Milano e hanno fermato il traffico, legandosi tra loro con una catena a tre a tre. Le forze dell'ordine sono arrivate in loro alle 8:17 e pochi minuti dopo le attiviste si sono spostate per far passare un'ambulanza. A quel punto, i carabinieri e la polizia le hanno bloccate a bordo strada.

Un nono attivista che le accompagnava è intervento in maniera del tutto irrazionale per chiedere alle forze dell'ordine di permettere agli ecovandali di tornare sulla sede stradale, come se fosse un diritto acquisito quello di poter bloccare la circolazione stradale. "O vi sposto io così o vi sposta la camionetta", ha risposto il poliziotto, che ha cercato di mantenere la calma davanti all'attivista piuttosto agitato. "Abbiamo chiamato il 118 per far sì che le ambulanze non passassero di qua, abbiamo aspettato...", ha proseguito l'attivista davanti alo sgomento dell'agente che, davanti a un'argomentazione simile, cerca di far capire che non possono essere loro a stabilire e scegliere da dove deve passare un mezzo pubblico di soccorso.

"Noi ci siamo spostati per far passare un'ambulanza. Possiamo gentilmente rimetterci? Poi ci spostate", dice ancora l'attivista in un dialogo che ha del surreale e davanti al quale il poliziotto fatica a trovare una logica, anche solo per fornire una risposta. "Io vi sposto prima che vi mettiate, non ha senso che io sto qua e rischio che vi facciate investire sotto la mia responsabilità, per poi togliervi dopo. Ci stiamo prendendo in giro così", prova a replicare l'agente, sempre più interdetto da quella conversazione surreale. "Voi non scegliete perché nel momento in cui state infrangendo la legge dovete essere tolti dalla strada. Si chiama violenza privata ed è un reato. Io sono obbligato a intervenire", prosegue l'agente. Ma l'attivista replica: "Lei sceglie di fare il suo lavoro".

Una ribattuta davanti alla quale il poliziotto sembra confuso: "Ma io non scelgo di fare il mio lavoro, sono pagato per questo. Tu stai scegliendo di farti denunciare". Ma a quel punto l'attivista arriva al culmine, dando un feedback al poliziotto su come fare il suo lavoro, come se stesse lasciando una recensione su un sito di viaggi o di ristorazione: "Se volete fare dei negoziati...". Ma il poliziotto lo ferma subito: "Io non faccio negoziati".

La manifestazione di oggi è stata l'ennesima dimostrazione di un progetto completamente slegato dalla realtà, che vede gli attivisti di Ultima generazione attori più o meno consapevoli di essere burattini nelle mani di un sistema che li usa a suo piacimento.

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