
Il femminismo del XXI secolo è diventato incomprensibile. Trascende da quello per il quale questo movimento è nato, ossia arrivare alla parità dei sessi, avere pari diritti e rivendicare il ruolo della donna nella società. Per qualche ragione incomprensibile, a un certo punto si è voluto spostare il movimento femminista a sinistra, ideologizzandolo, trasformandolo in una trincea rossa che esclude le donne che non supportano, tra le altre cose, l'ideologia Lgbtq e non odiano le forze dell'ordine. Lo dimostra l'ennesima rimostranza del movimento Non una di meno, sezione di Torino, che commenta con sdegno la presenza di (quasi) solo donne ai vertici della questura del capoluogo piemontese.
Il mese scorso, il quotidiano La Stampa ha dedicato un articolo celebrativo alla questura di Torino con l'occasione di salutare l'arrivo di Rita Fabretti, primo dirigente della Polizia di Stato e nuovo dirigente dell’ufficio Digos. Nel pezzo si elencano tutte le dirigenti poste a guida dei dipartimenti, figlie della prima e della seconda generazione di donne che decisero di entrare nella Polizia di Stato quando i concorsi vennero aperti a candidati di entrambi i sessi. Ma alle femministe di Non una di meno non sta bene, perché "la liberazione di donne e persone LGBTQIA+ non passerà attraverso la riproduzione delle strutture repressive, ne attraverso la loro femminilizzazione". Non si capisce da cosa ci dev'essere la liberazione e cosa c'entrino in tutto questo gli esponenti della comunità Lgbtq, che però le femministe ormai inseriscono in ogni loro rivendicazione.
"È necessario rimanere ben saldx di fronte a una propaganda che fa uso di queste narrazioni mentre perpetua attacchi sempre più forti allo stato di diritto", continuano le femministe nel loro manifesto, uccidendo la grammatica italiana. "È necessario portare avanti una contro narrazione e una contro proposta che tenga insieme le nostre esperienze vissute, qui e dallx nostrx sorellx nel mondo", scrivono ancora da Non una di meno. Il proclama di una decina di righe è un susseguirsi di frasi che non hanno alcuna logica, di rivendicazioni incomprensibili e senza senso apparente, finché non si saltano le ultime frasi e si arriva alla conclusione: "Mi proteggono le mie amiche non la polizia". E allora si arriva a comprendere cosa vogliano da Non una di meno: eliminare le forze dell'ordine e la Polizia di Stato nello specifico.
Bisognerebbe invece ringraziare le dirigenti della questura di Torino e tutte le donne che lottano per raggiungere i propri obiettivi, in qualunque ambito e in qualunque contesto, perché sono loro gli esempi a cui le giovanissime dovrebbero guardare nella loro crescita. Tutto il resto è solo ricerca del caos.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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